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Alcol ed estrogeni: considerazioni

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Alcol ed estrogeni

Vi sono forti possibilità che l'etanolo aumenti l'aromatizzazione degli androgeni. Un consumo di circa 0,9-2,1 g/kg di alcol porta un aumento

significativo del beta-estradiolo in uomini adulti sani. Uno studio sui ratti riporta un aumento del 60% dell'estradiolo con il contorno di

un calo del 55% del livello di testosterone, ma la quantità di alcol che assumevano era pari a farsi circa 12 drinks al giorno per uno o 2

mesi, spero quindi non sia il vostro caso. Comunque, il consumo di etanolo porta un aumento della densità dei recettori degli estrogeni,

diminuisce la proteina legante l'estradiolo e diminuisce il numero dei recettori per gli androgeni; tutto questo porta uno squilibrio sul

nostro piano ormonale, ma, tenete bene in mente, questi sono studi su alcolisti o cavie a cui vengono date altissime dosi di alcol, noi,

bevitori saltuari, non dobbiamo farci troppo intimorire.
Altra possibilità del legame etanolo-estrogeni la troviamo nel contenuto in fitoestrogeni di molte bevande alcoliche. Il luppolo, ad esempio,

contiene vari e potenti estrogeni vegetali, tra i quali figurano la genisteina e la daidzeina. Liquori e whisky contengono biocianina A e

beta-sitosterolo.
Riguardo le donne
La produzione ed il rilascio di ormoni androgeni nelle donne avviene al di fuori delle gonadi, quindi l'azione dell'alcol sul livello di LH è

del tutto irrilevante, come anche il suo effetto sulle cellule di Leydig.
La produzione di testosterone avviene nei surreni come intermedio nella sintesi del cortisolo. Come detto in precedenza, l'etanolo stimola

l'attività surrenale e quindi, nel sesso femminile, avremo un aumento degli ormoni androgeni. Consumo di 1,2 g/kg e di 2 g/kg di alcol

danno, nelle donne, un aumento del testosterone di circa il 25% ed il 50% rispettivamente.
Sintesi proteica
Vi starete già riempiendo di paranoie pensando a quando uscirete e vi ritroverete in qualche pub con davanti una pinta di dolcissima

bionda... ed io vi butto adesso anche un bel carico da 90.
L'alcol ed il sottoprodotto del suo metabolismo, l'acetaldeide, affliggono direttamente la sintesi proteica nel tessuto muscolare

scheletrico. Le fibre muscolari maggiormente colpite sono le "tipo II" (quella a rapida contrazione o bianche) ed in particolar modo le

"IIb". Questo è di grande rilevanza sia per i bodybuilders che per gli atleti di potenza; sono proprio questo tipo di fibre infatti che vanno

maggiormente incontro ad ipertrofia.
Prendiamo un paio di studi con "realmente possibili" quantità di alcol assunte. Tra i 0,8-2,0 g/kg di etanolo la riduzione della sintesi

proteica raggiunge circa il 20 o 30% nell'arco di una o 2 ore e questo prima che le alterazioni ormonali abbiano luogo. Nell'arco di 24 ore

si riscontra una riduzione dell'anabolismo del 63% ed è proprio adesso che ci si aggiunge l'effetto sugli assi ormonali.
Le cause di questa diretta azione dell'alcol sulla sintesi proteica non sono del tutto chiare; si nota una riduzione dell' mRNA e

dell'efficienza nella traduzione, ma sembra che il maggiore responsabile sia l'aumento dei radicali liberi indotto dal consumo di etanolo.

Negli alcolisti affetti da miopatia (catabolismo muscolare) difatti, si registrano bassi livelli di selenio e alfa-tocoferolo (vitamina E),

due markers di "stress ossidativo".
Qualità del sonno
Avendo un effetto di depressione sul SNC l'alcol velocizza l'induzione del sonno, ma ne distrugge la "qualità". La fase REM del sonno

profondo è il periodo in cui si ha il recupero sia psichico che fisico; l'etanolo rallenta l'entrata nella fase REM prolungando il periodo di

sonno "non-REM".
Bastano 2 o 3 drinks per aumentarne il tempo di induzione e deperire il periodo di permanenza nella fase REM. L'effetto sulla qualità del

sonno è dose-dipendente, quindi più bevete, più la qualità del vostro "dormire" sarà scarsa.
"Hangover" (sintomi da astinenza)
Le cause di quella sensazione di "post-sbornia" non sono del tutto comprese ancora. La formazione di prostaglandine e di citochine

infiammatorie sembrano giocare un certo ruolo; l'utilizzo di aspirina, acido linoleico e linolenico (olio di lino e noci) ed integrazione con

olio di pesce sembrano utili aiuti nel migliorare i sintomi d'astinenza, grazie alla loro capacità di limitare la formazione di

prostaglandine proinfiammatorie.
L'inibizione dell'ormone antidiuretico (ADH) può anche figurare tra le possibili cause; idratarsi bene prima e dopo il consumo di bevande

alcoliche non è certo una brutta idea. La formazione di aldeide e l'aumento di perossidi danno anch'essi un certo contributo; integrare con

un "blend" di erbe come il "LIV52" migliora lo stato di hangover.
Per ultimo, l'assunzione di 400mg di vitamina B6 prima, durante e dopo diminuisce del 50% il malessere del post bevuta.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)