338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Alcol, giovani e genitori: le criticità

cufrad news alcologia alcol alcolici giovani genitori


Alcool giovani e genitori: le criticità
L'alcol è diventato un grande protagonista dei fine settimana dei giovani. I dati statistici sono drammatici: l'età d'iniziazione è 12 - 13

anni e quella della prima ubriacatura 14 anni. Varie indagini condotte tra gli adolescenti, confermano che è cresciuto a dismisura il consumo

di bevande alcoliche, nella fascia di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Le ragazze da un paio d'anni, sono in forte rimonta e pare che

proprio le quindicenni, bevono più dei coetanei maschi.
Ciò che preoccupa è che fare uso di alcool è considerato dagli adolescenti un comportamento assolutamente normale e non trasgressivo mentre fino a pochi anni fa, chiunque beveva in modo abituale era considerato un povero emarginato. I giovani considerano il bere, un fenomeno di moda, immagine di socialità non raggiungibile in altri modi, successo tra i pari, ricerca dello sballo che compensa i tristi pensieri.
Attenzione, l'alcol è spesso al pari dell'erba (marijuana, hashish), la sostanza d'ingresso nel mondo delle droghe e il consumo, avviene più

facilmente nei luoghi di raggruppamento.
La domanda che balena frequente per la mente è: ma i genitori hanno la possibilità di accorgersene?
Bisogna ammettere che spesso, proprio i genitori, sono gli ultimi a rendersi conto della triste realtà. I ragazzi che bevono il sabato sera,

per mascherare il giorno dopo i segni evidenti della sbronza, si fermano a dormire a casa di amici, o ancora meglio, ne approfittano quando

i genitori sono via per il week end. Sono astuti nel prendere le giuste precauzioni affinché padre e madre non si accorgano di niente.
Occorre pensare sospettosamente che dormire fuori di casa il sabato sera in modo ripetitivo, ha bisogno di maggiore approfondimento come

pure, dormire troppo a lungo la domenica. Spesso i genitori non ci fanno più caso, anzi trovano assurde giustificazioni del tipo ... poverino

ha studiato tutta la settimana o ancora ...ha lavorato come un mulo ...o peggio ... non esce quasi mai ... La notte del sabato inizia nel tardo

pomeriggio e continua spesso fino al mattino e tante volte prosegue fino a mezzodì. La domenica, se occorrono circostanze e/o coincidenze

ripetitive e poco chiare, è bene fare un attento ma semplice check-up, ossia controllare se mangia, se ha vomito, se ha avuto diarrea, se i

gesti sono sicuri o scarsamente coordinati, se l'umore è irritabile, se è scontroso, se c'è poca voglia di comunicare.
Gli operatori dei Centri di Cura per l'Alcolismo, invitano i genitori a prevenire il rischio, attraverso la condivisione di sentimenti,

pensieri, idee. In poche parole, i genitori danno tanto in materialità ma non sempre riescono a essere vicino ai figli e questi, specie

durante il periodo adolescenziale, ne hanno più bisogno che mai. Questa generazione è senza alcuna forma di dubbio, consapevole che è molto difficile costruirsi un futuro senza l'aiuto dei genitori, cosa che fino a pochi anni fa, era quasi scontata. L'istinto all'indipendenza dei ragazzi deve fare i conti con l'inevitabile dipendenza degli stessi e per questo che hanno bisogno di sentire più vicini i genitori.

Attenzione, la comunicazione con un figlio inizia proprio dall'ascolto, dall'attenzione, non dare giudizi affrettati, favorire l'ascolto e

dedicare del tempo all'analisi dei loro bisogni.
Quando si affronta il problema di giovani e alcol, inevitabilmente si scontrano due scuole di pensiero: da un lato i genitori che adottano la

tolleranza zero, dall'altro quelli che sostengono che sia meglio che beva a casa sotto il loro controllo. A tal proposito, per capire quale

delle due strategie è vincente, alcuni ricercatori americani hanno messo a confronto due gruppi di ragazzi: un gruppo, circa 1000

adolescenti, riconducibile a quelle famiglie più tolleranti, chiamato gruppo permissivo e un altro gruppo, altri 1000, indicato gruppo non

permissivo, a tolleranza zero, tutti di età compresa fra i 12 e i 13 anni. Lo studio aveva lo scopo di analizzare l'evoluzione del consumo di

alcool nell'arco di tre anni. I risultati sono stati sorprendenti e proprio dall'elaborazione dei dati, è emersa la prevalenza della linea

più dura.
"All'inizio dello studio, tempo zero, l'uso di alcolici tra gli studenti del gruppo permissivo pari al 59% era significativamente più alto di

quello dei ragazzi del gruppo non permissivo fermo al 39%. Durante il secondo anno, risultava che aveva bevuto con i genitori il 67% del

gruppo permissivo, contro il 35% di quelli non permissivo. Nel terzo anno di studio, il tasso di consumo alcolico è salito fino al 71% nel

gruppo permissivo e al 45% nel gruppo non permissivo. Inoltre, il 36% degli studenti del gruppo permissivo ha ammesso di aver sperimentato le conseguenze negative dell'alcol come incidenti, malori o risse, contro il 21% di non permissivo". E' apparsa chiara la relazione tra permissività della famiglia e maggior pericolo di abuso.
Dallo studio si deduce che è vero che l'idea di far bere i ragazzi sotto il controllo dei genitori possa in qualche modo aiutarli ad

approcciare l'alcol in maniera più consapevole, ma conduce in poco tempo, a un maggiore uso e abuso di alcol. Questi risultati ci dicono che

le politiche dei governi non devono incoraggiare i genitori a bere con i figli, né a supervisionare l'uso di alcol. Anche quando un

adolescente ha già iniziato a consumare alcolici, "la supervisione dell'adulto sembra peggiorare la situazione".
I genitori per farsi capire dai figli, devono essere chiari, forti e decisi. "I ragazzi - ammonisce la coordinatrice dello studio -  hanno

bisogno di genitori, e non di compagni di bevute".
In conclusione, i genitori devono trasmettere messaggi molto chiari. Come dire, è inutile spiegare a parole che l'alcol può essere pericoloso

se poi non si fanno seguire dei fatti concreti.
Nuvolera, 14 giugno 2011

Dr. Ernesto Giacò

Assessore Sanità, Igiene, Servizi alla Persona

Rapporti Istituzionali con Enti Vari, Personale

Membro C. di A. Azienda Speciale Consortile ambito 3 - Brescia est

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)