Alcol: identikit e caratteristiche psicologiche dell'alcolista
Alcol: identikit e caratteristiche psicologiche dell'alcolista
Identikit dell'alcolista
Non esiste un identikit che permetta di individuare quale soggetto, che in base alla relazione che ha con la sostanza alcolica, può essere considerato alcolista e chi no.
In generale si tende ad utilizzare un tipo di classificazione molto semplice e contrapposta: da una parte vengono considerati gli astemi, come coloro che non hanno mai potuto o voluto bere bevande alcoliche, considerando anche la reazione fisica immediata (rossore, capogiri, nausea); dalla parte opposta soggetti abusanti, coloro ovvero che intraprendono una relazione costante con la sostanza, fino a diventare cronica e con serie conseguenze, distinti da coloro che fanno uso della sostanza.
Oggi è solo l’abuso che ottiene reazione sociale ed intervento sanitario.
Infine, al centro di questi poli opposti, vengono considerati i consumatori moderati, termine utilizzato anche dall’OMS, per indicare la gran parte della popolazione che ha un rapporto moderato solo ed esclusivamente con l’alcol; non esiste un prototipo di moderazione, ma in generale sono tutte quelle persone che assumendo un particolare atteggiamento strettamente connesso con la propria cultura di appartenenza, influenzano i consumi locali e nazionali
Tutti i prototipi e le definizioni sono futili nei confronti della storia personale di ognuno, nessuno è immune dal pericolo e tutti sono a rischio di abuso: anche i bevitori moderati, che nonostante riescano a mantenere uno stato di “equilibrio”, sono soggetti a rischio: basti pensare ai numerosi problemi e disagi correlati alla storia personale di ognuno o particolari personalità che possono essere maggiormente a rischio o, ancora, la presenza di un caso di alcolismo in famiglia.
Quindi non esistono certezze di diagnosi, non esiste un unico criterio per definire un alcolista, ma si può discutere su un insieme di fattori che riguardano l’individuo, la famiglia e l’ambiente sociale di appartenenza, ogni forma di legame con la sostanza ha una sua storia e non è sovrapponibile a nessun’altra, è solo l’insieme di tutti i fattori che permette di ricostruire il mosaico specifico per ognuno.
Il termine “alcolista” descrive in generale un soggetto “affetto” da sindrome patologica determinata dall’assunzione acuta o cronica di grandi quantità di alcol.
Questo termine riflette una forte forma di etichettamento nei confronti dei soggetti che presentano questo problema: le etichette sociali purtroppo diventano i biglietti da visita delle persone, e questo incrementa ancor più negativamente la pessima reputazione di queste persone, difficile da sciogliere, nonostante si verifichi spesso il superamento del problema.
L’alcolista è colui che erroneamente ha sviluppato quella che viene definita dipendenza patologica: «si definisce con l’espressione dipendenza patologica una forma morbosa determinata dall’uso distorto di una sostanza, oggetto o di un comportamento; una specifica esperienza caratterizzata da un sentimento di incoercibilità e dal bisogno coatto di essere ripetuta con modalità compulsive; ovvero una condizione invasiva in cui sono presenti i fenomeni del craving, dell’assuefazione e dell’astinenza, in relazione ad un’abitudine incontrollabile e irrefrenabile che il soggetto non può più allontanare da se»
Seguendo le credenze popolari, l’alcol è visto come qualcosa che possa aiutare un individuo in alcune circostanze, per esempio in situazioni difficili o spiacevoli o ansiogene, ma se da un lato l’immaginario descrive l’alcol come aiuto, la realtà ci insegna che il consumo e l’abuso di alcol non modificano le situazioni, ma i vissuti e la percezione del sé, fino alla perdita del proprio autocontrollo: la persona e il bere diventano tutt’uno.
Possiamo inoltre descrivere in modo approssimativo un quadro sintomatologico tipico di una dipendenza alcolica
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.igorvitale.org/2015/06/28/5-caratteristiche-psicologiche-dell-alcolista/
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)