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Alcol in gravidanza dannoso per il feto: effetto evidente anche a piccole dosi

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Alcol in gravidanza dannoso per il feto
L'effetto è evidente anche a piccole dosi
 


Il consumo di alcolici nei primi tre mesi di gestazione aumenta il rischio di partorire neonati prematuri o sottopeso. È quanto emerge da uno studio britannico pubblicato online sul Journal of Epidemiology and Community Health. Come afferma Camilla Nykjaer, del Nutritional Epidemiology Group, School of Food Science and Nutrition dell’Università di Leeds: “Nel Regno Unito il Dipartimento di sanità sconsiglia alle gravide e a chi vuole concepire il consumo di alcol in generale, o suggerisce di non superare 1-2 unità alcoliche (Ua) la settimana” Per chiarezza, una Ua equivale a 12 grammi circa di etanolo, ossia a un bicchiere di vino (125 ml), a una lattina di birra (330 cl) oppure a una dose da bar, 40 ml, di superalcolico. “In Gran Bretagna però le donne della classe media bevono più di così” continua la ricercatrice, che insieme ai colleghi ha cercato di individuare l’associazione tra dieta ed esiti del parto esaminando le risposte a un questionario alimentare fornite da 1.264 partecipanti allo studio Care, Caffeine and reproductive health.


Alle future mamme era stato chiesto con quale frequenza bevessero alcolici, di che tipo e con quale tempistica, se nelle quattro settimane prima del concepimento oppure in che trimestre della gravidanza. “Le risposte indicano che l’assunzione di alcol era maggiore prima di concepire e nel trimestre iniziale di gestazione rispetto ai successivi, con consumi quantificabili rispettivamente in 11, 4, e poco meno di due Ua settimanali” afferma la ricercatrice, evidenziando che poco più di metà delle donne che aveva bevuto oltre le due UA settimanali lo aveva fatto nel primo trimestre mentre quasi quattro su dieci ammettevano di bere più di 10 UA alla settimana prima del concepimento. E secondo i dati degli studiosi, in queste sottopopolazioni di neomamme cresce il rischio di neonati sottopeso, prematuri o troppo piccoli per l’età gestazionale. “Chi nel primo trimestre superava le due Ua settimanali aveva probabilità doppie di partorire figli pretermine o sottopeso. E bere nel periodo precedente al concepimento aumenta il rischio di scarsa crescita fetale” riprende Nykjaer, per poi concludere: “I nostri risultati evidenziano la necessità di avallare il messaggio di astinenza dagli alcolici, specie nel primo trimestre di gravidanza”.
Ma il consumo di alcool in gravidanza non comporta soltanto il rischio di nascita prematura o di sottopeso.


Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience da un team di ricercatori dell'Università della California, infatti, l'alcool in gravidanza influenza in maniera negativa lo sviluppo cerebrale del feto. I ricercatori guidati da Kelly Huffman hanno scoperto che il consumo di alcol durante la gravidanza aveva alterato in maniera significativa l'espressione dei geni e lo sviluppo delle connessioni della neocorteccia, l'area del cervello legata alle funzioni cognitive ma anche ai cinque sensi e alle emozioni.


“Questa ricerca ci aiuta a capire come le sostanze come l’alcol abbiano un impatto sullo sviluppo del cervello e modifichino il comportamento – spiega la dott.ssa Huffman –. E mostra anche come l’esposizione prenatale generi un drastico cambiamento nel cervello che porta a cambiamenti nel comportamento. Sebbene questo studio ha utilizzato dosi da moderate ad alte, altri studi hanno dimostrato che anche piccole dosi alterano lo sviluppo dei recettori chiave nel cervello”.


I cambiamenti indotti dall'alcol attenevano in particolare alle connessioni intraneocorticali fra la corteccia frontale, somatosensoriale e visiva. Quelli più gravi riguardavano la corteccia frontale, preposta all'apprendimento delle capacità motorie, ai processi decisionali, alla pianificazione, al giudizio, all'assunzione dei rischi, all'attenzione e alla socialità.


Uno studio condotto dalla Bristol University e pubblicato su PLoS One è giunto a conclusioni simili. I ricercatori, guidati da Sarah Lewis, hanno analizzato i dati di 4000 mamme e 4167 bambini, evidenziando l'effetto che l'alcool produce sul Dna, provocando vere e proprie alterazioni genetiche associate a un livello intellettivo minore rispetto al normale.


Per ogni alterazione genetica si registrava una riduzione del quoziente intellettivo di 2 punti, misurato attraverso la Wechsler Intelligence Scale for Children all'età di 8 anni. La ricerca ha anche sottolineato come non esista una soglia massima da non superare, come spiega la dott.ssa Lewis: “anche a livelli di consumo di alcol che sono normalmente considerati innocui siamo in grado di rilevare le differenze di QI nell’infanzia, che dipendono dalla capacità del feto di eliminare questo alcol, la prova che anche a livelli moderati l’alcol influenza lo sviluppo cerebrale del feto”.


“I nostri studi sugli animali, indicano come esista un elevato livello di morte cellulare nel cervello del topo appena nato, a seguito dell’esposizione all’alcol in quantità che sono state calcolate corrispondenti a quelle che potrebbe subire un feto umano che le riceva dalla madre, circa due cocktail”, conferma John W. Olney, docente di neuropsicofarmacologia alla Washington University School of Medicine di St. Louis nel Missouri.


La prova è stata fatta anche somministrando farmaci anestetici ed è stato osservato come un'anestesia lieve in un topo neonato per circa 1 ora è una dose sufficiente per far scattare la morte delle cellule nervose.


Da anni le ricerche di Olney avevano suggerito come l’esposizione precoce all’alcol e agli anestetici potesse essere causa di suicidio cellulare dei neuroni, quel processo noto agli specialisti noto con il nome di apoptosi. Sinora la correlazione era però stata provata solo con quantitativi elevati di sostanze. Più recentemente l’alcol somministrato a topi neonati è stato dosato ad un livello tale da determinare un aumento nel sangue dello 0.07% (inferiore al limite minimo per il divieto della guida che è tra 0.08 e 0.10%). Nonostante il livello fosse inferiore a quello consentito per guidare negli umani, era comunque sufficiente per determinare la morte delle cellule nervose.


Un dato da interpretare alla luce dei meccanismi fisiologici del cervello. Ce lo spiega il professor Giorgio Maria Bressa, psichiatra a Roma e Docente di Psicobiologia del Comportamento Umano all’Istituto Progetto Uomo di Viterbo: “La morte di un certo numero di neuroni è normale durante lo sviluppo, ciononostante l’assunzione di alcol sembra almeno raddoppiarne il numero. Al settimo mese di gravidanza nel cervello del neonato si verifica un fenomeno chiamato ‘pruning’ in cui il feto distrugge, ‘butta via’ il 25-30% dei neuroni cresciuti sino a quel momento. Questo perché dopo la giunzione del tubo neurale, che avviene al secondo mese di gestazione, il cervello entra in una fase di sovraproduzione di cellule nervose. Ne produce in grande quantità e il ‘pruning’ non è altro che un meccanismo regolatore in cui il cervello elimina ciò che ha prodotto in eccesso. A due anni di età”, continua Bressa, “avviene un fenomeno analogo, non più sulle singole cellule nervose, bensì sui collegamenti tra esse, le cosiddette ‘sinapsi’. Il cervello quindi effettua una seconda selezione, i collegamenti non utilizzati vengono eliminati e parte da lì un processo di accrescimento funzionale che durerà sino all’adolescenza. Ora, se l’uso eccessivo di sostanze dannose per i neuroni ne distrugge una parte il neonato arriva alla vita con un bilancio in passivo o comunque svantaggiato dal momento che il ‘pruning’ avviene inevitabilmente e automaticamente”.


Il cervello durante la gestazione costituisce 250mila nuovi neuroni al minuto per la strabiliante cifra di 10 alla 47ma potenza. E sia quello dei topi che quello degli esseri umani è particolarmente sensibile alla sinaptogenesi, ossia al suicidio cellulare dei neuroni che non riescono a creare connessioni utili. Alcol e anestetici interferiscono con questo delicato processo in quanto cellule danneggiate non riescono a fare sinapsi.


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.italiasalute.it/5615/pag2/Alcol-in-gravidanza-dannoso-per-feto.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)