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Alcol in gravidanza e i disturbi cognitivi del futuro bambino: i dati di uno studio

Alcol in gravidanza e i disturbi cognitivi del futuro bambino: i dati di uno studio

Fonte: Alcoholism: Clinical and Experimental Research
Titolo originale e autori: The Effects of Maternal Binge Drinking During Pregnancy on Neural Correlates of Response

Inhibition and Memory in Childhood.-Burden MJ, Alissa Westerlund A, Muckle G, Dodge N, Dewailly E, Nelson CA, Jacobson SW,

Jacobson
L'esposizione del feto all'alcol durante la gravidanza, è stata associata a difficoltà di memoria e apprendimento nei

bambini, più in generale, a deficit delle performance cognitive, descritte in numerosi studi scientifici. Un nuovo studio,

pubblicato sulla rivista Alcoholism: Clinical and Experimental Research, ha approfondito l'argomento cercando di chiarire in

che modo i processi neurofisiologici vengono coinvolti e alterati dall'esposizione prenatale all'alcol.
Joseph L. Jacobson del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali della Wayne State University School of Medicine

di Detroit (USA) ha studiato le diverse componenti del processo cognitivo a livello neuronale, utilizzando un metodo detto

del potenziale evento correlato, ERP (dall'inglese Event-Related Potentials). Questo metodo permette di registrare con un

elettroencefalogramma (EEG), le risposte elettriche che il cervello fornisce in seguito a stimoli. Allo studio hanno preso

parte 217 bambini di età media pari a circa 11 anni, i quali sono stati suddivisi in due gruppi: uno le cui madri avevano

fatto uso elevato di alcol in alcune occasioni (binge drinking) durante la gravidanza, l'altro, non esposto all'alcol prima

della nascita, a costituire il gruppo di controllo.
Nello studio sono state analizzate le risposte EEG durante degli esercizi di memoria e di coordinazione. I risultati hanno

evidenziato che, nel caso di esposizione prenatale all'alcol, i bambini mostravano una diminuzione della comprensione del

significato degli stimoli, nell'attenzione dedicata ad uno specifico compito e al processo di memorizzazione, nonostante i

tempi di reazione fossero simili a quelli del gruppo di controllo. Lo studio e la comprensione di questi meccanismi,

suggeriscono gli autori della ricerca, può aiutare a sviluppare metodologie di insegnamento più efficaci nel trattare bambini

affetti da questa tipologia di disturbo cognitivo.
Redattore: Staff Dronet