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Alcol, l'allarme è rosso: preoccupano i dati della relazione al Parlamento

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Alcol, l'allarme è rosso
Più di otto milioni a rischio. Superalcolici killer tra le 14enni.
Superalcolici killer tra i giovani. I ricoveri in ospedali sono aumentati del 10% nel 2011.
Quel bicchiere di troppo che può risultare fatale. Cresce la voglia di ‘sbornia' in Italia non più provocata dal consumo ‘mediterraneo' fatto

di grandi boccali di vino, ma dall'assunzione dei cosiddetti ‘binge drinking', fuori pasto, ovvero bevande superalcoliche.
RICOVERI CRESCIUTI DEL 10%. Sono oltre otto milioni e 600 mila gli italiani a rischio con la percentuale di ricoveri ospedalieri cresciuta

del 10%. Un vizio mortale che nel nostro Paese è più diffuso che altrove, superiore alla media europea. E le baby-consumatrici tra 14 e 17

anni sono infatti raddoppiate nell'arco di 15 anni, raggiungendo il 14,6% nel 2010.
È questo il quadro che è emerso dalla relazione del ministero della Salute su alcol e problemi correlati, inviata al Parlamento. Un allarme

che il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha intenzione di affrontare anche attraverso progetti di educazione e prevenzione da attuare

insieme con il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, e con ill ministro Andrea Riccardi, che ha la delega per le politiche giovanili.
IN TRE MILIONI SONO OVER 65. Gli amanti della ‘bottiglia' sono risultati anche gli anziani con una quota di tre milioni tra gli over 65. Il

25,4% degli uomini e il 7,3% delle donne di età superiore a 11 anni, ha rilevato il ministero, «consumano alcolici senza rispettare le

indicazioni delle agenzie di sanità pubblica, esponendosi a numerosi rischi». Anche gli alcol-dipendenti in trattamento nei servizi pubblici

sono in costante crescita: dal 1996 e nel 2009 ne sono stati rilevati 65.360.
SOS PER RAGAZZI TRA GLI 11 E I 15 ANNI. Ma è allarme anche per i ragazzini tra gli 11 e i 15 anni: «Nella classe di età 11-15 anni, per la

quale le agenzie di sanità pubblica hanno prescritto la totale astensione dal consumo di alcol - si è letto nel documento - ben il 13,6%

degli intervistati ha dichiarato di aver bevuto almeno una bevanda alcolica nel corso dell'anno e deve pertanto essere considerato a

rischio.»
Nel 2010 comunque, ha sottolineato il ministero, «la prevalenza di questi giovani consumatori è risultata in calo rispetto ai valori

registrati nel 2009 (17%)».
MENO BEVITORI, MA ALTA MORTALITÀ DA CIRROSI. Nel 2010, ha affermato l'organo amministrativo, «la quota di consumatori di bevande alcoliche si è presentata in diminuzione, interrompendo la relativa stabilità dei valori registrati i negli ultimi 10 anni». Tuttavia, il tasso di mortalità per cirrosi epatica, uno dei più importanti indicatori di danno correlato all'alcol, «pur essendo nel nostro Paese inferiore a quello medio europeo, è superiore a quello di altri Paesi dell'Ue».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)