Alcol: la Asl di Chieti avvia la campagna di prevenzione
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CHIETI. «Alcol: sai cosa bevi? Più sai, meno rischi»: il Servizio Alcologia della Asl di Chieti, di cui è responsabile la dottoressa Maria Camilla Di Peppe, ha avviato da qualche giorno una campagna di prevenzione sui rischi legati all'abuso di bevande alcoliche.
Nelle strutture dell'Azienda sanitaria locale a contatto con il pubblico è in distribuzione un libretto informativo che, in modo semplice ed efficace, espone tutto quello che sarebbe bene sapere sugli effetti dell'alcol, tra i giovani, per la sicurezza alla guida e sul lavoro, per le conseguenze negative nelle relazioni affettive e familiari.
La distribuzione dei libretti è affidata, nella maggior parte delle sedi, agli studenti del corso di laurea in Assistenza sanitaria che svolgono il tirocinio presso la Asl di Chieti, appositamente formati sull'argomento.
Materiale informativo è stato distribuito anche in alcune scuole e centri di aggregazione giovanile, nelle autoscuole, nella sede dei Servizi sociali del Comune di Chieti nonché presso la Caserma Berardi.
«L'obiettivo - spiega la dottoressa Di Peppe - è contribuire a modificare il concetto culturale, attualmente più diffuso nella popolazione, che considera innocue le bevande alcoliche, in particolare il vino, e ad alzare la percezione del rischio rispetto alle possibili conseguenze del bere, soprattutto per la guida di veicoli».
LE STATISTICHE
L'abuso di alcol in Italia continua a rappresentare un problema, in particolare per i giovani e i giovanissimi: il binge drinking (bere per ubriacarsi: i maschi con meno di 18 anni consumano in una serata quasi cinque bicchieri, le coetanee arrivano fino a sei) e il policonsumo di bevande alcoliche sono in aumento soprattutto tra minorenni, in particolare tra le ragazze. «Se fino a qualche anno fa l'ubriacatura poteva essere considerata come un fenomeno episodico riferibile a un numero ristretto di individui solitamente adulti, oggi - sottolinea la dottoressa Di Peppe - rappresenta un evento molto frequente nel fine settimana, in particolare tra i minori».
Secondo le statistiche, il 41,7% dei ragazzi e il 20,8% delle ragazze al di sotto dei 18 anni si ubriaca nel week-end. Le cifre scendono progressivamente man mano che si sale con l'età: nella fascia 19-24 anni ciò riguarda il 18,8% dei maschi e il 9,4% delle femmine, mentre tra i giovani con più di 25 anni sono il 7,5% dei ragazzi e il 5,5% delle ragazze. Se con l'avanzare dell'età questi valori diminuiscono significativamente per le femmine, per i maschi i consumi rimangono pressoché invariati.
In crescita anche i dati sull'alcoldipendenza fra i giovani: nel 2005 i minori di 20 anni alcoldipendenti sono lo 0,7% dell'utenza dei servizi (contro lo 0,5% del 2003), mentre fra i 20 e i 29 anni sono l'11% (contro il 9,1% del 2003). In dieci anni, dal 1996 al 2006, il numero degli alcoldipendenti in carico ai servizi è aumentato del 187%, con un incremento medio annuo del 19%.
In Europa, come in Italia, l'alcol alla guida è la prima causa evitabile di morte tra i giovani. Le statistiche rilevano che per i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni è più elevato il rischio di determinare o subire un incidente. Le rilevazioni effettuate nel 2008 dal sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) indicano che più di un italiano su dieci, tra coloro che consumano alcolici, si mette alla guida dopo avere bevuto almeno due bicchieri di vino o due lattine di birra.
Secondo le stime congiunte dal Centre for Addiction and Mental Health della Toronto University e dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Iss, entro i prossimi anni l'alcol alla guida rappresenterà, dopo il cancro, la principale causa evitabile di disabilità, morbilità e mortalità prematura in Italia.
«E' quindi necessario - conclude la Di Peppe - che, in tempi rapidi, una cultura istituzionale e sociale porti a limitare le occasioni e le condizioni di maggiore rischio per i giovani».