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Alcol, la disputata quaestio

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Alcol, la disputata quaestio


Quasi ciclicamente mi capita di scrivere di quello che si muove attorno al mondo dell'alcol, sia a livello legislativo, che a livello "culturale che, infine, a livello "medico". L'alcol è sostanza da sempre protagonista della convivenza umana: ha avuto un ruolo centrale nella storia di numerosi popoli, ha attraversato le culture di intere popolazioni, suscitando da sempre curiosità, ma anche desiderio di controllo. Non c'è stata epoca che non ne abbia cercato di regolamentarne l'uso, e non c'è stata generazione che non abbia tentato tutte le strade (lecite o meno) per aggirare le onnipresenti restrizioni relative al suo consumo. Ultimamente l'atteggiamento nei confronti dell'alcol e delle sostanze che lo contegnono sembra essere diventato ancor più "schizofrenico": ci sono imponenti interessi economici, legati al suo consumo, che cercano di promuoverne il consumo attraverso modalità più o meno "subdole", ci sono stati che tentano quasi disperatamente di scoraggiarne l'uso smodato a causa dei troppi problemi alcol correlati, c'è, infine, la medicina che periodicamente ne sottolinea la potenzialità quasi salutare", se lo si consuma in maniera moderata e responsabile. In due post (questo di oggi e quello di domani), tre "storie" legate a questo argomento, ciascuna delle quali, per ciò che le è proprio, aggiunge un capitolo alla "solita" disputata quaestio, relativa all'alcol e ai suoi ... derivati.


La prima è una notizia curiosamente inquietante, che fa il paio con quella che avevo riportato in un post di alcuni giorni fa (lo spray alcolico). In un articolo dello scorso 1 giugno, il New York Times Magazine ha stilato una lista delle 32 novità che nel giro dei prossimi 3-4 anni cambieranno la vita di tutti noi (secondo loro). Accanto ai vestiti elettrici, all'auto che chiama "da sola", dopo un incidente, il 118 fornendo, nel contempo, i primi parametri dell'eventuale ferito a bordo, alla maniglia alla quale ci si aggrappa in metropolitana che diventerà una consolle per vidoegiochi, al carrello della spesa elettronica che ci guiderà con il suo GPS agli scaffali "giusti" del supermercato, selezionati in base alla nostra lista elettronica delle spesa, la novità n° 20 della lista prevede e proclama un prossimo futuro senza i postumi della sbornia. Alcuni ricercatori inglesi dell'Imperial College di Londra starebbero infatti per arrivare alla definizione della formula per un nuovo tipo di alcol, chiamato "alcol di sintesi", che non darebbe nessun tipo di problema dopo il suo assorbimento. Questo nuovo tipo di alcol dovrebbe essere il mix definitivo di sei composti simili alle benzodiazepine (quella classe di farmaci "famosa" per le sue proprietà sedative, ipnotiche, ansiolitiche, anticonvulsive, anestetiche e miorilassanti ...), "condensato" in un additivo insapore da poter aggiungere ad una qualsiasi bevanda analcolica. Sarebbe, se non ho capito male, come prendere il caffè aggiungendo o meno la caffeina, condensata in una pillola che viene servita "a parte" e il cui uso è a discrezione dell'utente. Comunque, assicurano già i ricercatori, niente mal di testa la mattina dopo (dopo una bevuta così "confezionata"), per non parlare di altri problemi associti al consumo eccessivo di alcol. Un bel futuro, davvero....


La seconda notizia sembra un po' più serai, e comunque interessante: l'americana Foudation for Alcohol Research ha recentemnete attirato l'attenzione su di uno studio clinico pubblicato sulla rivista Psychiatry Investigation dal titolo Alcohol and Cognitionin the Elderly. Da questo studio (che ha elaborato dati clinici emersi negli anni 1971 - 2011) emergerebbe la conclusione che le persone anziane che hanno bevuto e bevono moderatamente alcol hanno un minor rischio di rimanere vittima di declino cognitivo o di demenza. In pratica, l'alcol, se consumato in maniera moderata, può avere un effetto neuroprotettivo, mentre, se se ne abusa, può invece rivelarsi una sostanza neurotossica, aumentando il rischio di contrarre malattie legate alla disfunzione cognitiva e alla demenza. Già se ne conoscevano i positivi effetti, del consumo moderato di alcol, sul sistema cardiovascolare; adesso è da aggiungersi anche quest'altra positivo riscontro clinico, che costituisce un altro tassello importante nel quadro delle conoscenze mediche relative all'alcol e al suo uso (e/o abuso), ben riassunte nella "solita" splendida tabella infografica riportata in questo post.


Alberto Laschi


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)