Alcol, la maledizione della Russia postsovietica
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Il 52% delle morti fra i 14 e i 54 è legato all'abuso. Le media mondiale è del 4%
Il flagello della Russia postsovietica è l'alcol. Il sospetto che ha colto chiunque abbia passeggiato nelle vie di Mosca o di San Pietroburgo ora è una certezza testata dalla scienza e sancita da The Lancet.
Il 52% delle morti dei russi tra i 15 e 54 anni è legato al consumo di alcol: lo sostiene un nuovo studio internazionale russo, britannico e francese pubblicato nell'ultimo numero della rivista medico-scientifica The Lancet e ripreso dal quotidiano in inglese Moscow Times. Una percentuale altissima., basti pensare che nel mondo in media meno del 4% dei decessi sono legati all'abuso di alcol.
Secondo il professor David Zaridze, capo del centro russo di ricerca sul cancro e autore principale dello studio, l'aumento del consumo di alcol dal 1987 è costato la morte di tre milioni di russi, «una perdita simile a quella di una guerra». Una escalation legata ai turbolenti Anni '90 ma non ancora esaurita. Attualmente i russi consumano il doppio di alcol rispetto alla media mondiale, l'equivalente di 6,2 litri di alcol etanolo puro all'anno. Tra le cause, secondo gli esperti, gli shock sociali ed economici degli Anni '80 e '90 in Russia. Fantasmi che la crisi economica mondiale sta risvegliando.