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Alcol: la "soft therapy", nuova frontiera per curare la dipendenza?

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Alcol: la 'soft therapy' nuova frontiera per curare dipendenza


Roma - Sono circa 8 milioni gli italiani che hanno consumi di alcol a rischio e si stimano in circa 1 milione le persone alcoldipendenti, nelle quali l'uso di alcol compromette la salute fisica e psichica, con elevati costi sanitari e sociali. Ma solo una minoranza riceve un trattamento. La maggior parte, invece, non cerca l'aiuto dei Servizi sanitari, rimanendo sommersa e quindi non trattata. In questa situazione, si affaccia la Soft Therapy, un nuovo approccio che punta a affrontare il problema con una riduzione graduale del consumo grazie all'associazione tra terapia psicosociale e Nalmefene, un nuovo farmaco da qualche mese disponibile in Italia. Un nuovo approccio che, proprio perche' graduale, puo' essere piu' facilmente accettato da chi non riesce o e' riluttante a raggiungere l'astensione immediata e totale dall'alcol.


E' quanto emerso oggi alla Camera dei Deputati, dove alcuni dei piu' autorevoli Esperti italiani hanno fatto il punto sul problema alcoldipendenza in Italia alla presenza delle principali Istituzioni della Sanita' pubblica italiana. Quello dell'alcoldipendenza e' un fenomeno allarmante: "Quasi 17.000 decessi nel 2010 - precisa il Prof. Emanuele Scafato, Presidente della Societa' Italiana di Alcologia e vice presidente EUFAS, European Federation of Addiction Societies - sono dovute a cause totalmente o parzialmente attribuibili al consumo di alcol". Si stimano in 22 miliardi l'anno i costi sociali e sanitari causati dall'alcol in Italia.


Oggi la soft therapy consente di passare da un approccio basato sull'astensione totale ad un nuovo approccio basato invece sulla riduzione del consumo, che puo' rappresentare una tappa intermedia verso la completa astensione. L'approccio e' stato adottato per la prima volta, a partire dal mese di marzo, al Day hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze del Policlinico "Gemelli" di Roma, dove e' stato battezzato 'Soft Therapy'.


Si basa su tre pilastri: terapia farmacologica a base di Nalmefene, terapia riabilitativa di gruppo e colloqui individuali con il medico orientati alla riduzione del consumo. "Il nuovo approccio, grazie all'obiettivo piu' realistico che propone - spiega il Prof. Luigi Janiri, Responsabile della Sub-Unita' Alcologica del Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze del Policlinico "Gemelli" di Roma, diretto dal Professor Pietro Bria, - ci ha consentito di 'agganciare' e prender in carico presso la nostra Struttura quelle persone che con molta probabilita' non avrebbero iniziato un percorso di cura se la soluzione loro proposta fosse stata ancora l'astensione totale e immediata. Aver proposto un'opzione di trattamento meno radicale rispetto all'astensione, li ha motivati a chiedere aiuto".


(...omissis...)


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201406191353-eco-rt10099-alcol_la_soft_therapy_nuova_frontiera_per_curare_dipendenza


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)