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Alcol, lo stile di vita borderline del disagio giovanile: intervista al neuropsichiatra Francesco Fioroni

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Il neuropsichiatra Francesco Fioroni: Alcol, lo stile di vita borderline del disagio giovanile
Il consumo di superalcolici negli ultimi cinque anni è aumentato del 25% mentre quello di alcolpops addirittura del 50%. La bevanda gassosa,

inventata una decina di anni fa in Australia, paese dove l'alcolismo è la prima piaga sociale, serve a reclutare sempre più nuove leve e l'

esercito dei piccoli bevitori si ingrossa ogni fine settimana. Di questi giovanissimi, poi, vi sono quelli che commettono anche qualche

crimine sotto l'effetto dell'alcool; le famiglie si ritrovano improvvisamente figli baby-bevitori che non riescono più neppure a studiare,

mentre le scuole e gli insegnanti avvertono il senso di disagio di allievi sempre più distratti e svogliati. Una piaga sociale che cresce a

dismisura. Il problema coinvolge spesso giovanissimi, ragazzi che dopo le elementari passano direttamente dal parco giochi all'aperitivo

serale o agli "shortini" del fine settimana. Ne parliamo con il neuropsichiatra Francesco Fioroni.
Si sente spesso parlare di abuso di alcolici da parte dei giovani ed è entrato in voga il termine "binge drinking" di cosa si tratta?
Il binge drinking è un modello comportamentale e stà ad indicare un'assunzione di 5/6 bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione,

pur non essendo una novità è comunque ancora in voga in molte fasce giovanili e rimane un life-style.
Quanto è diffuso il fenomeno in Italia ?
Il report dell'Istat del 2010 sull'uso e abuso di alcolici in Italia evidenzia un consumo giornaliero non moderato di alcol che riguarda 8

milioni 624 mila persone e di queste il 16,1 per cento della popolazione italiana riguarda giovani dagli 11 anni in su. In una ricerca

dell'Oranizzazione della Sanità in riferimento al 2009/2010 su 77 milioni di ragazzi ha messo in evidenza che il 40 % dei maschi e il 24 %

delle femmine di circa 15 anni dichiara di consumare alcol almeno una volta la settimana.
Quali ipotesi psicologiche possono essere individuate nel comportamento di abuso di alcolici degli adolescenti quando si trovano "fuori di casa" ?
Gli stessi adolescenti sostengono che l'abbuffata di alcol ha una funzione socializzante, è un rituale di gruppo per mantenere un effetto

euforizzante per affrontare meglio la "realtà" percepita negativa e migliorare le proprie prestazioni "competitive" nel contesto sociale.

Molti quindicenni, in cura presso vari centri alcologici; tra loro, anche tante ragazze, vittime dei cosiddetti alcolpops: bevande gassose

alla frutta, che in realtà contengono rum e vodka. Servita ghiacciata, come una limonata, gli alcolpops sono la bibita più in voga del sabato

sera e nulla importa se poi fa girare, e molto, la testa. L'allarme, scattato un paio di anni fa dopo una indagine choc dell'Osservatorio

nazionale alcool dell'Istituto Superiore della sanità, ha ormai raggiunto i livelli di guardia. Cifre agghiaccianti e in crescita: oltre il

20% in più rispetto allo scorso anno. E stupefacenti sono anche le motivazioni che spingono i giovanissimi ad abusare nel bere alcolici bere

nel week-end: "lo fanno tutti e non possiamo restare fuori dal giro...", il preoccupante ritornello che risuona nelle aule mediche.
I giovani hanno spesso necessità di ridefinire e costruire relazioni alternative e spesso creano rituali di iniziazione di gruppo come fare

a gara a "chi regge di più", quanto è diffuso questo senso di onnipotenza giovanile in particolare nella guida dell'auto?
Frasi come "reggo bene anche 4 0 5 bicchieri di alcolici", "...la prova del palloncino e sballata e non serve per capire se uno è in grado di

guidare" sono di frequente riscontro nei fermati dalle forze dell'ordine durante la verifica dell'alcoltest. A questo si aggiunge un'efficace

strategia di mercato con una diffusione di locali che mettono a disposizione dei minori anche superalcolici. Lo stesso appuntamento modaiolo

dell' happy hour corredato da accattivanti snack e cibarie varie mette a disposizione degli adolescenti un'infinità di bevande alcoliche in

quantità desiderate. A questo si è aggiunta un'altra moda dello sballo definibile "pazzesca" del Vodka Eyeballing in cui il liquore si versa

direttamente sull'occhio per mandarlo velocemente in circolo con danni collaterali caratterizzata da una forte irritazione delle pupille con

possibile lacerazione della cornea e una distorsione permanente delle immagini visive.
Quanto incidono le condizioni socio-economiche sull'abuso di alcolici?
Oggi la difusione di comportamenti di abuso si può considerare utilizzando un termine desueto interclassista, riguarda tutti i strati della

popolazione ed assume effetti devastanti quando al consumo di alcolici si associa l'assunzione di farmaci o stupefacenti. Negli USA si sta

diffondendo un disturbo che ha preso il nome di Drunkoressia, in cui al disturbo alimentare dell'anoressia si associa all'assunzione

compulsiva di bevande alcoliche. In tali casi molte giovani oltre a digiunare si sostengono solo con acqua e fumo, per poter compensare

l'apporto calorico derivante dall'ingente ingestione di alcol e così attenuare il senso di colpa. Molte giovani anche adolescenti praticano

il digiuno anche per due o tre giorni per "prepararsi" allo sballo alcolico senza il timore di aumentare di peso.
La famiglia ha delle responsabilità nel comportamento dell'abuso di alcolici?
In Italia i fattori di rischio rilevati nei ragazzi adolescenti che ricorrono all'abuso di alcolici vi è la presenza di un genitore che

consuma alcol in maniera non moderata. E' ovvia la considerazione che nei programmi di igiene sociale occorre partire dalla famiglia e

favorire modelli di riferimento educativo e formativo corretti. Si dovrà inoltre affrontare il bisogno continuo dell'adolescente di

ridefinire e costruire relazioni alternative che paradossalmente si accordano con il conformismo del momento attraverso un linguaggio fatto

di bicchieri e bevande alcoliche e altre sostanze definite non alimentari. La sfida degli educatori (famiglia-scuola) è nella capacità di

entrare in relazione con i reali bisogni dei ragazzi o di essere la loro "cassa di risonanza emotiva".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)