Alcol: nei giovani non parlate di abuso, è l'uso che fa male
Alcol, l'esperto: «Nei giovani non parlate di abuso, è l'uso che fa male»
I dati dell'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità sui teenager dicono che, nel 2018, il 43% dei 15enni italiani e il 37% delle 15enni ha bevuto cinque o più bicchieri di uno o più mix alcolici tutti insieme con l'obiettivo di ubriacarsi
La parola alcol nelle cronache compare quasi ogni giorno. Solo guardando gli ultimi c’è la chiusura di un locale che vendeva cocktail con superalcolici a minorenni nel centro di Firenze. A Ferrara un sedicenne è finito in coma etilico dopo sei «shottini», aveva un tasso alcolico di 2,38 grammi per litro.
La cronaca è la fotografia dei dati. Quelli dell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità (ISS) sui teenager dicono che, nel 2018, il 43% dei 15enni italiani e il 37% delle 15enni ha fatto binge drinking, cioè ha bevuto cinque o più bicchieri di uno o più mix alcolici tutti insieme con l’obiettivo di ubriacarsi.
Tutti dati in aumento rispetto a quelli del 2014 e tutti che mostrano fatti che avvengono illegalmente. «Nei giovani non si deve parlare di abuso di alcol, ma di uso: esiste una legge dello stato che vieta gli alcolici fino a 18 anni» spiega il dottor Gianni Testino, presidente della società italiana di alcologia. I dati che presenta non posso che spaventare. «Circa il 20% dei ragazzi fra gli 11 e i 13 anni e circa il 60% di quelli fra i 14 e i 17 anni consumano alcol e non dovrebbero farlo, evidentemente c’è qualcuno che glielo vende o glielo somministra. Tutto fuorilegge».
Fino a 25 anni, secondo il medico, qualsiasi consumo settimanale di alcol è dannoso e va a impattare sulla salute dei giovani nel futuro. «L’etanolo che è nella birra, nel vino e nei superalcolici è tossico e può dare dipendenza. Il fegato che deve eliminare l’etanolo è immaturo fino a circa vent’anni e qualsiasi dosaggio rimane nell’organismo per un periodo di tempo molto superiore rispetto a un adulto e ha tutto il tempo per danneggiarlo dal punto di vista fisico. Dal punto di vista psichico, visto che la maturazione del cervello è fra i 20 i 25 anni, bere al di sotto di questa età predispone alla dipendenza dall’alcol».
Non esiste un livello soglia di sicurezza. «Il mondo degli adulti dovrebbe fare di tutto affinché i ragazzi evitassero di bere alcol. I nostri corsi si rivolgono ai bambini già dalla quinta elementare proprio perché imparino loro a dire a no e a capire che diventare grandi significa dire no al fumo, all’alcol e alle sostanze stupefacenti. Bisogna renderli forti con l’informazione» secondo Testino. Il metodo è far vedere davvero ai ragazzi quello che non funziona nei polmoni se si fuma, come finisce il fegato e come si riducono i testicoli il giorno dopo il binge drinking.
L’economia del vino in Italia vale 12 miliardi di euro. A questo numero il dotto Testino ne contrappone un altro: «Ogni anno per danni diretti e indiretti derivanti da bevande alcoliche in Italia di miliardi se ne spendono 25. Un trapianto di fegato è costosissimo. I giorni di lavoro persi sono da contare come lo scarso rendimento, le malattie minori, i tumori. I dati che dicono di riduzione dell’infarto del miocardio con un bicchiere di vino al giorno nella donna e due per l’uomo sono dati correlativi, ma manca una parte: con gli stessi dosaggi favorisco 40 malattie differenti e 14 tipi di cancro».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)