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Alcol, per i giovani è normale bere

Roma - Alcol, sostanze e gioco d'azzardo: sono queste le "dipendenze degli italiani". Circa un milione e 300 mila giovani fra gli 11 e i 25 anni sono a rischio per il consumo di alcol fuori pasto o di binge drinking (le "abbuffate" alcoliche); più di 3 milioni di anziani non si attengono alla moderazione del modello mediterraneo e circa 390mila minori non rispettano la prescrizione di totale astensione dal consumo alcolico. Lo rivela la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese presentata dal ministro della Salute Renato Balduzzi alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nel capitolo delle sostanze di abuso, nel 2010 sono state rilevate le attività di 486 Servizi pubblici per le dipendenze, su 525 attivi (92,6 per cento). Risultano essere stati presi in carico 177.227 pazienti. La sostanza d'abuso per cui la richiesta di trattamento è più diffusa è l'eroina (70,1 per cento dei pazienti), seguita dalla cocaina (15,2) e dai cannabinoidi (9,2 ). Ed i ludopatici, nuova categoria di malati di gioco d'azzardo, sono stimanti in circa 700mila, di cui 300mila quelli patologici.

Anche l'Osservatorio giovani e alcol della Società italiana di Medicina ha realizzato uno studio che spiega come il consumo alcolico nelle famiglie italiane sia qualcosa di accettato e tradizionale. Su 2mila studenti di terza media quasi il 60 per cento ammette di aver già bevuto qualche alcolico con i genitori durante un pranzo. Nel Nord Est i dati più rilevanti: il 12 per cento ha già provato prima dei sei anni. Soltanto l'8 per cento dei ragazzi sotto i 16anni vede l'alcool come qualcosa di proibito. La nostra cultura ha sempre fatto tesoro del bere controllato e le nuove leggi proibizioniste non intaccano i consumi alcolici delle famiglie.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)