Alcol, problema sottovalutato
cufrad news alcologia alcol alcolici alcolismo alcologia
In Italia le morti attribuibili all'alcol sono fra le 21 e le 25 mila ogni anno, contro alcune centinaia di morti per droga.
L'alcol è più dannoso alla salute di cocaina, cannabis o Ecstasy ed è lo stupefacente più nocivo di tutti in relazione al suo
impatto negativo sulla società. Se le droghe fossero classificate per il danno che producono, gli alcolici dovrebbero
rientrare nella categoria A con l'eroina e il crack.Lo afferma una ricerca condotta da David Nutt, l'ex consigliere del
governo per la lotta alla droga, pubblicata sulla rivista Lancet (Lancet. 2010 Oct 29. [Epub ahead of print]). Lo studio
riapre il dibattito sulla necessità di una campagna complessiva contro l'alcolismo. Silvio Garattini, direttore dell'Istituto
di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano conferma che «Sicuramente c'è una forte disattenzione [...] Deve essere
fonte di forte preoccupazione il consumo di alcol da parte dei giovanissimi che ne fanno uso soprattutto durante il fine
settimana, momento in cui i servizi di pronto-soccorso ricevono spesso ragazzi e ragazze ubriachi[...] L'alcol come le
droghe devono essere vietati ai minorenni». È d'accordo anche Felice Nava, membro del Consiglio direttivo nazionale di
FeDerSerD che aggiunge. «L'alcol come sostanza legalmente commercializzata rientra in logiche di lobby che rendono
impossibile la regolamentazione del mercato e non si riuscirà mai ad ottenere l'apposizione di etichette che dicono "nuoce
gravemente alla salute" come per le sigarette, come non è stato possibile vietare spot pubblicitari di alcolici fino alle
18». Queste analisi sono condivise da Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto Superiore
di Sanità e Presidente della Sia, Società italiana alcologia, che definisce l'alcol una «droga ponte» verso altre sostanze.
Da 10 anni, spiega Scafato, si è cominciato a parlare di "binge drinking": si assumono sei o più unità alcoliche in un'unica
occasione, ma, a suo parere, non si è colto, nel corso degli anni, il reale pericolo dell'impatto culturale di un modello del
bere che ha portato alla diffusione di questa pratica tra i giovani. I nuovi bevitori a rischio in Italia si differenziano
dal resto della popolazione italiana che consuma alcol (56,7% del totale) perché sono giovani, uno su tre ha meno di 24 anni,
sono soprattutto maschi e vivono nelle regioni del Nord. A disegnare questo identikit e' il rapporto 2009 Passi (Progressi
delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), dell'Istituto Superiore di Sanità.