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Alcol, relazione del Ministero: a rischio 8,5 milioni di italiani, primo drink a 11 anni

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Alcol: Ministero, a rischio 8,5 milioni italiani, primo drink a 11 anni
Roma - Quasi otto milioni e mezzo di italiani a rischio per il consumo eccessivo di alcolici, con una continua crescita dei

modelli "nordici" di consumo, a suon i bevute fuori pasto e 'binge drinking', e il primo bicchiere gia' a undici anni. E' il

quadro che emerge dalla settima relazione del ministero della Salute sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in

materia di alcol, trasmessa a dicembre al Parlamento. I dati sui consumi alcolici e i modelli di consumo confermano il

progressivo allontanamento del nostro Paese dal tradizionale modello di consumo mediterraneo. E' cresciuta nell'ultimo

decennio la quota di coloro che consumano bevande alcoliche al di fuori dei pasti, con un incremento particolarmente

significativo tra le donne.
Il binge drinking, modalita' di bere di origine nordeuropea che implica il consumo di numerose unita' alcoliche in un breve

arco di tempo, ha riguardato nel 2009 il 12,4% degli uomini e il 3,1% delle donne ed e' ormai abitudine stabilmente diffusa,

soprattutto nella popolazione maschile di 18-24 anni (21,6,1%) e di 25-44 anni (17,4%). Pratica il binge drinking anche una

buona percentuale di donne fra i 18 e i 24 anni (7,9%) e fra le giovanissime di 11-15 anni esso appare piu' diffuso che fra i

coetanei maschi. In generale il consumo a rischio riguarda il 15,8% degli italiani al di sopra degli 11 anni, per un totale

di quasi 8 milioni e mezzo di persone. Tra questi circa 475.000 minori (il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di

sotto dei 16 anni), in cui il consumo dovrebbe essere pari a 0; e circa 3 milioni di anziani (il 44,7% dei maschi e l' 11,3%

delle femmine di oltre 65 anni) in cui il consumo a rischio coincide prevalentemente con il consumo giornaliero non moderato,

soprattutto durante i pasti. La tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani e' il consumo fuori pasto, che ha

riguardato nel 2009 il 34,4% dei maschi e il 22,8% delle femmine di eta' compresa fra gli 11 e i 25 anni. Gia' a 18-19 anni

la quota dei consumatori e' vicina a quella media della popolazione e la percezione della disponibilita' di bevande alcoliche

e' tra i giovani italiani fra le piu' alte in Europa.
Quasi la meta' (45,4 %) delle diagnosi ospedaliere per patologia totalmente alcolcorrelata riguarda persone di oltre 55 anni,

ma da alcuni anni la percentuale di diagnosi alcolcorrelate appare in aumento nella classe di eta' 36-55 anni, mentre

continua a diminuire nella fascia di eta' 15-35 anni. La percentuale di diagnosi ospedaliere per cirrosi epatica alcolica si

presenta in crescita da qualche anno in rapporto alle altre diagnosi di ricovero alcolcorrelato, passando tra il 2000 e il

2008 dal 26,30 % al 35,00 % del totale di tali diagnosi. Gli alcoldipendenti in trattamento nei servizi pubblici sono in

costante aumento dal 1996 e nel 2008 ne sono stati rilevati 66.548. Fra essi in particolare la percentuale dei giovani al di

sotto dei 30 anni rappresenta il 10,2% del totale, con un valore in crescita rispetto a quello della precedente rilevazione

(10%), soprattutto tra i nuovi utenti. Risulta ancora bassa rispetto agli altri Paesi europei la diffusione di conoscenze sul

tasso legale di alcolemia per la guida e sui limiti di consumo con esso compatibili. Il 2,12% di tutte le cause di incidente

stradale rilevate nel 2008, per un totale di 5.920 casi, riguarda l'ebbrezza da alcol, con una percentuale in aumento

rispetto all'anno precedente. Nonostante la quota importante di popolazione esposta a una vasta gamma di rischi

alcolcorrelati i dati della Relazione segnalano anche qualche positiva tendenza nella evoluzione di alcuni indicatori di

rischio, in relazione sia alla popolazione piu' giovane (diminuzione dei consumi fuori pasto tra i maschi di 14-17 anni,

diminuzione degli atteggiamenti di tolleranza nei confronti dell'ubriachezza tra da i giovani studenti di 15-19 anni,

diminuzione della quota di giovani studenti che si ubriacano) che a quella anziana di oltre 65 anni (lieve diminuzione del

consumo a rischio in entrambi i sessi).
"Binge drinking": boom tra le ragazze under 16
Le ragazze, a volte addirittura ragazzine, bevono alcolici e superalcolici sempre di piu', tanto da aver superato i coetanei

maschi nel 'binge drinking', il fenomeno del bere in modo compulsivo fino a ubriacarsi e a volte a perdere i sensi. Lo rivela

la settima relazione del ministero della Salute sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in materia di alcol,

trasmessa a dicembre al Parlamento. Le ragazze sotto i 16 anni hanno per la prima volta superato i ragazzi nel 'binge

drinking', tanto da indurre il ministero a sollecitare "interventi gender oriented che tengano conto della specificita' del

rischio femminile e siano in grado di contrastare i modelli e le culture del bere che minacciano la salute e la sicurezza

della donna. In generale, tra i giovani c'e' una grande diffusione di consumi a rischio, che riguardano circa 1 milione e 200

mila soggetti fra gli 11 e i 24 anni. Si tratta soprattutto di binge drinking e consumo fuori pasto, quest'ultimo

particolarmente cresciuto negli ultimi 15 anni, soprattutto tra i giovanissimi di 14-17 anni e in particolare tra le ragazze,

tra cui la prevalenza si e' quasi triplicata nell'ultimo quindicennio. Secondo l'Istituto Superiore di Sanita' circa uno su

cinque dei casi di intossicazione acuta alcolica che giungono al Pronto Soccorso riguardano ragazzi al di sotto dei 14 anni.

Altri problemi nascono dalla diffusione di un uso dell'alcol simile a quello delle altre sostanze psicoattive, con finalita'

di sballo e ricerca dell'ubriachezza, dato anche il basso costo e la grande disponibilita' di alcune bevande alcoliche; uso

che rischia tra l'altro di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali. La diffusione di un policonsumo di

sostanze psicoattive legali e illegali viene confermata da varie fonti e la rilevazione del Ministero della Salute sui

comportamenti di consumo degli utenti dei servizi alcologici segnala che circa il 10% fa uso anche di sostanze stupefacenti.

Gli alcoldipendenti in trattamento nei servizi pubblici sono in costante crescita dal 1996 e nel 2008 ne sono stati rilevati

66.548. Fra essi in particolare la percentuale degli utenti al di sotto dei 30 anni rappresenta il 10,2% del totale, con un

valore in crescita rispetto a quello rilevato nel 2007(10%).
Inoltre nei servizi alcologici si conferma una stabile percentuale di giovani utenti di eta' inferiore ai 20 anni la cui

entita' oscilla nel tempo, a partire dal 1996, tra lo 0,5 % e lo 0,7% e che nei nuovi utenti si presenta nel lungo periodo in

costante anche se lieve crescita.