Alcol: shottini ed energy drink, ecco i rischi per il cuore
Alcol: cardiologi, 'moda giovani shottini con energy drink, ecco i rischi'
La febbre della movida ha sempre nuovi riti. La moda del momento sono i cosiddetti 'shottini' a base di alcol ed energy drink, la ricetta più 'cliccata' dai teenager per allentare i freni inibitori e regalarsi un momento di 'up' a basso costo e dentro i confini della legalità. "Gli energy drink - spiega Marco Mettimano, responsabile del Centro ipertensione arteriosa, Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e docente di Malattie dell’ipertensione all’Università Cattolica, campus di Roma - vanno subito differenziate dai cosiddetti 'sport drink' che hanno lo scopo di migliorare le performance fisiche e di reintegrare liquidi e sali minerali".
I primi energy drink sono comparsi sul mercato a fine anni ’80, ma il loro uso è esploso con i millennial. Attualmente si stima che a fare uso di queste bevande sia il 30-50% dei giovani negli Stati Uniti e, sebbene almeno metà degli utilizzatori riferisca di aver avuto effetti indesiderati dopo l’assunzione di energy drink (palpitazioni, insonnia, irritabilità), il loro uso è in continuo aumento, grazie anche a un marketing ammiccante e mirato. Mercato e problemi di questo settore riguardano soprattutto adolescenti e giovani e l’uso di queste bevande è spesso collegato a comportamenti rischiosi, modello 'vita spericolata' (trovarsi alla guida di un’auto quando l’effetto della caffeina svanisce e prende il sopravvento quello dell’alcol, è oltremodo rischioso).
"Nonostante la varietà dei prodotti in vendita – spiega Mettimano - caffeina e taurina sono sempre tra gli ingredienti principali, anche se il loro contenuto varia moltissimo da una bevanda all’altra. Per la caffeina si va dagli 80 ai 420 mg per confezione (per avere un termine di paragone, una tazzina di espresso contiene 80 mg di caffeina e il consumo giornaliero non dovrebbe superare i 250-300 mg, l’equivalente di tre tazzine di caffè). Sono poi presenti zuccheri, anche in elevata quantità (mezzo litro di queste bevande può arrivare a contenere l’equivalente di 13 cucchiaini di zucchero), che rappresentano una fonte di energia ‘pronta per l’uso’, ma che certo non fanno bene né alla linea, né alla salute dei denti (a soft drink ed energy drink non a caso è riservata la posizione apicale nella piramide odonto-alimentare, quella dei più cariogeni). Molti energy drink contengono infine vitamine del gruppo B, ginseng e una varietà di sostanze eccitanti (efedrina, noce di cola, guaranà, mate, estratti di tè verde), alcune delle quali a loro volta fonte di caffeina".
Un’assunzione moderata di caffeina si associa al miglioramento di alcune performance cognitive (livello di attenzione, ‘riflessi’, memoria), diminuisce il senso di fatica, stimola il metabolismo basale e la capacità di svolgere un lavoro. Se le dosi diventano eccessive possono però comparire segni di intossicazione come nausea e vomito, tachicardia, aritmie, allungamento del tratto Q-T all’elettrocardiogramma (che può predisporre ad aritmie anche fatali), aumento della pressione arteriosa (fino a 5 mmHg in più sia per la massima che per la minima), agitazione, tremore, vertigini, dolori toracici, insonnia. "Alla luce di questi effetti indesiderati – commenta il dottor Mettimano - i soggetti con una cardiopatia nota e gli ipertesi dovrebbero stare alla larga dagli energy drink".
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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)