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Alcol sulle piste da sci: regole più che proibizionismo

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Lettera
I primi freddi ci avvicinano di più ad un grappino, ad un vin brulè e ad altre opportunità alcoliche. Magari anche qualche starnuto, qualche linea di febbre. Tutto nell'ottica dell'alcol come panacea a freddo e sintomi influenzali. Niente di più sbagliato perché l'alcol dilatando le arterie (vasodilatazione) ci espone maggiormente a vari rischi. Per l'influenza è ottimo il latte caldo e il medico di base. Questo ragionamento in controtendenza rispetto alla cultura del"bevi che fa freddo" mi porta all'articolo apparso domenica su questo giornale. Mellarini e maestri di sci discuteranno sull'opportunità di suggerire e trovare regole valide per arginare la moda del bere e poi sciare. Le cifre degli incidenti sono davvero impressionanti e si sa che in questi casi il primo intervento è la regole, la legge, la disposizione. Nessuno pensi al proibizionismo perché la cosa sarebbe troppo ridicola e semplicistica. Ognuno ha il sacrosanto diritto di custodire la propria sicurezza, la propria salute e il proprio benessere senza essere minacciato ad ogni discesa. Certo che di questo passo il luogo più sicuro per bere è casa propria, dirà qualcuno. Oddio, proprio sicuro... Spero che il nostro Assessore consideri la cosa con assoluta serietà pensando agli interessi di molti più che di quei pochi che godrebbero dei ricavi. Mi piace pensare ad una pubblicità che abbia lo slogan "Pista libera dall'alcol!"