Alcol test gratis o a pagamento? È un rebus
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SICUREZZA AL VOLANTE. Giro tra i locali notturni dopo l'entrata in vigore delle nuove regole. Bar e ristoranti devono mettere
a disposizione dei clienti l'etilometro. I giovani hanno ormai accettato la novità. Alcuni esercenti fanno pagare il test
monouso, altri no. In arrivo in molti locali gli apparecchi elettronici
Verona. Se ci si è lasciati andare ad un bicchiere di troppo al bar o al ristorante, ora non c'è più incertezza: a dire se si
può guidare o meno c'è l'alcoltest, «monouso» o «elettronico». Non solo. Per i più attenti c'è anche la tabella descrittiva
che evidenzia i sintomi legati ai diversi gradi di concentrazione alcolemica. Così ora vuole la legge.
Ieri sera in piazza Erbe, centro della «movida», nessuno tra clienti ed esercenti si è fatto cogliere impreparato
dall'entrata in vigore delle nuove regole secondo le quali è diventato obbligatorio avere l'etilometro per tutti gli esercizi
pubblici che chiudono dopo le 24. In tutti i bar e nei ristoranti le locandine della tabella alcolemica, erano ben evidenti,
con tanto di traduzione in inglese.
Tra i giovani, la novità è stata accolta positivamente. Matteo Fianco, giovane ingegnere, non si è fatto scrupoli a chiedere
al titolare del bar Lamberti un etilometro monouso per valutare se il bicchiere di vodka lemon bevuto potesse impedirgli di
guidare. E così decine di altri ragazzi in altri locali.
Peccato però che per adeguarsi alla nuova normativa gli esercenti abbiano dovuto in tutta fretta attrezzarsi cercando il modo
più veloce e meno dispendioso per mettere a disposizione della clientela gli etilometri. In piazza Erbe tutti i bar, e così
anche la pizzeria Impero, Costa e la Locanda, avevano nel cassetto gli etilometri monouso che si trovano in vendita nelle
farmacie. Del resto come aveva già fatto notare ieri dalle pagine del nostro giornale Daniele Rebecchi, presidente del
sindacato «caffè-bar» di Confcommercio, «non c'è stato il tempo di valutare nessun genere di apparecchiatura elettronica». Ai
clienti che facevano richiesta di un «auto esame», che non ha comunque validità probatoria se dovesse essere messo a
confronto con quello effettuato dalle forze dell'ordine, l'etilometro veniva a costare dai 3 ai 5 euro.
Insomma, gli esercenti hanno cercato di fare del loro meglio per rispettare la legge. Come Giovanni Bertani, della pizzeria
Du De cope, in galleria Pellicciai, che dubbioso sul fatto di far pagare o meno l'uso dell'etilometro ai clienti, ha messo
sul bancone gratuitamente una confezione contenente diversi etilometri monouso: il gesto gli è costato ben 70 euro. «È un
ulteriore spesa da inserire nelle voci dell'attività e non è giusto. Aspetto quelle elettronico che spero non andrà ad
incidere sul mio bilancio», dice.
L'etilometro di cui parla Bertani è lo stesso che a giorni entrerà in servizio in un ristorante vicino al suo, il «Tropico
Latino». Ad ordinarlo è stato il titolare Emilio Lonardi. «Il cliente che avrà la necessità di misurare il proprio tasso
alcolico dovrà solo inserire 50 centesimi», spiega Lonardi che sostiene che l'apparecchio può essere acquistato o offerto in
comodato d'uso dall'azienda che lo produce. Sorge il dubbio quindi che tra una via e l'altra della città i commercianti non
si confrontino. All'osteria Le Veciete, infatti la responsabile Keren Tellan, non nasconde il proprio disappunto. «Non è
arrivata nessuna informazione ufficiale al riguardo. Io, ad esempio l'ho appreso dal giornale. Mi sono collegata al sito
della polizia municipale dove ne ho trovato conferma, ma nessuna indicazione sul fatto che si debba o meno far pagare ai
clienti l'utilizzo dell'etilometro, e soprattutto quali marche occorre utilizzare. Di certo c'è solo l'obbligatorietà di
essere a norma e l'essere sanzionati se non lo si è».
Anna Zegarelli