Alcol, "way to drug" in molti paesi: i dati di uno studio dell'OEDT presentati al convegno FeDerSerD
Alcol, "way to drug" in molti paesi: i dati di uno studio dell'OEDT presentati al convegno FeDerSerD
Seconda giornata per il IV Congresso nazionale FeDerSerD (Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi
delle Dipendenze) in svolgimento a Riva del Garda. Se in Italia il 70% degli italiani adulti consuma regolarmente bevande
alcoliche e di questi ben il 10% è a rischio di diventare alcolista o di sviluppare gravi patologie organiche alcol-correlate
(dati ufficiali forniti dal ministero della Salute) tale dato diventa ancor più preoccupante se messo in relazione con il
consumo di altre sostanze psicotrope. I consumi delle droghe crescono in Europa e in Italia, infatti, anche in relazione
all'uso di alcol soprattutto nelle culture più tolleranti o incoraggianti, dove diventa la way to drug.
Dalla relazione di Danilo Ballotta - Responsabile Coordinamento Istituzionale Osservatorio europeo delle droghe e
tossicodipendenze OEDT di Lisbona si osserva uno studio condotto su 70.000 giovani tra i 15 e i 34 anni, emerge che, nei
Paesi europei il consumo di alcol coinvolge dal 20% di alcuni paesi all'80% di Paesi dell'area nord europea (rilevazione su
Paesi Europei, Usa, UK) dei giovani e che circa il 15-60% sono abusatori di alcol (ovvero consumano 6 o più drinks in un'
unica occasione). Un dato assai preoccupante se si pensa che il 70% di bevitori abituali fa anche uso di cannabis e circa il
30%di cocaina, mentre tra i "normali" bevitori le percentuali scendono clamorosamente: il 20% dichiara di fare uso di
cannabis e solo pochi punti percentuali rappresentano coloro che dichiarano di usare cocaina. Accanto a questa fotografia si
profila lo scenario di un mercato diverso rispetto a quello del passato: nuove sostanze psicoattive e nuovi modelli di uso.
Un mercato attento a creare una domanda che incontra le esigenze di un utilizzatore diverso rispetto al passato, spesso
poliassuntore. In quest'ottica la lotta alle droghe diventa una sfida ancor più difficile se si considera che queste nuove
sostanze di sintesi, (solo nel 2009 si sono immessi sul mercato 24 nuove sostanze), che consentono un impiego anche sporadico
con un discreto livello di integrazione sociale per chi le assume. Assume dunque un ruolo fondamentale la prevenzione ma
anche e soprattutto l'organizzazione dei servizi territoriali, e quello delle istituzioni che devono sostenere la lotta alle
dipendenze ed ai reati connessi.
«È necessario un rapporto forte con le istituzioni - dichiara Alfio Lucchini, presidente FeDerSerD -. Crediamo che solo una
presa di coscienza nuova della strategicità del contrasto ai consumi di droghe, possa invertire una tendenza negativa che
vede responsabilità ai vari livelli delle articolazioni dei poteri. In quest'ottica appare maturo il momento di un
ripensamento anche legislativo dei livelli organizzativi necessari per i servizi di accoglienza e cura, con principi
vincolanti da declinare nelle evidenti competenze regionali».
Dichiara Nicola Gratteri Procuratore DDA Reggio Calabria «Il mercato delle droghe ha subito negli ultimi 10 anni una
trasformazione. L'Europa dovrebbe fronteggiare in maniera integrata ed omogenea questo fenomeno attraverso il sistema
giudiziario e quello penale a complemento dell'azione dei servizi territoriali. Repressione e prevenzione» E prosegue: «Il
consumo di cocaina negli Stati Uniti è diminuito negli ultimi anni grazie alla prevenzione».
Secondo la relazione di Giovanni Serpelloni - direttore del Dipartimento Politiche antidroga alla Presidenza Consiglio dei
Ministri, le neuroscienze costituiscono per i servizi una nuova opportunità. Nell'ultimo anno, da numerosi indicatori, tra
cui l'analisi delle acque reflue, emerge che il consumo di sostanze psicotrope è diminuito di circa il 20/25%. Questo dato è
ascrivibile certamente a diversi fattori quali: l'aumento degli interventi di prevenzione e delle politiche deterrenti (in
particolare ritiri delle patenti di guida), la crisi economica. Anche se le sostanze di ultima generazione stanno per essere
identificate anche dal ministero della Sanità in tempi brevi e dunque sono più facilmente individuabili, è importante
lavorare su più fronti. In questo senso le neuroscienze, attraverso gli strumenti di nuovo sviluppo, possono fornire un aiuto
importante alla rilevazione dei danni da uso di sostanze per la mappatura metabolica dei fenomeni di craving (richiamo alla
sostanza) e di resisting (resistenza al richiamo). Le ultime ricerche, tra cui si pone anche lo studio di un vaccino "anti-
cocaina" attualmente in fase sperimentale 2, aprono scenari che fanno sperare in una prevenzione ancor più efficace.