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Alcolici, dati-choc su ragazzi e infortuni sul lavoro

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Nonostante diverse leggi vietino l'uso di alcool sui posti di lavoro, c'è ancora troppa tolleranza e tra i settori a rischio rientrano anche i lavoratori portuali: l'argomento è stato stamani al centro del convegno `Patologia alcool correlata e lavoro´ a Palazzo San Giorgio, organizzato dall'Autorità portuale e la Società italiana di alcologia. Il direttore di alcologia dell'ospedale San Martino e presidente ligure della Società italiana di alcologia Gianni Testino ha spiegato che dai dati della Società il 30-40 per cento degli incidenti sul lavoro è da mettere in relazione col consumo di alcool e che autotrasportatori, portuali ed edili sono tra le categorie più a rischio. «La percezione che basta un bicchiere di vino per portare un'alterazione psicofisica non è ancora così diffusa nonostante l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro sostenga che il consumo di bevande alcoliche è tra il gruppo uno di cancerogenità su cavità orale, faringe, laringe, esofago, fegato, intestino e mammella», spiega Testino. La responsabile nucleo porto dell'Asl 3 genovese, settore prevenzione, Rosaria Carcassi, che ha moderato il convegno, ha citato la legge quadro 125 del 2001 che vieta somministrazione e assunzione di alcool sui luoghi di lavoro e le disposizioni del 2006 che tra i luoghi di lavoro a maggior rischio di incidenti per il consumo di alcool cita quelli portuali, che prevedono la guida dei mezzi e la caduta da altezze superiori ai 2 metri. La Società italiana di alcologia con queste iniziative si pone l'obiettivo di cambiare la cultura nei luoghi di lavoro. A breve terrà un altro incontro presso Ansaldo energia.