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News di Alcologia

Alcolici vietati: i bar si adeguano

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C'è chi ha preferito chiudere
IL GAZZETTINO27 Febbraio 2009
Pordenone- Ormai è diventata un'abitudine, ma tutti ci provano. L'ordinanza anti alcool in occasione delle partite di calcio non fa più discutere: i baristi sono rassegnati, «se c'è una norma va rispettata - sostiene Massimo Di Giorgio titolate dell'Antigravità - qualcuno pensa che questa sia la soluzione giusta. Molti tifosi oggi sono venuti qui, mi hanno chiesto se potevano bere e anche prima del divieto hanno comunque consumato pochi alcolici. Chi ci rimette alla fine è il cliente abituale che non si arrende e a ordinare un bicchiere ci prova comunque».
Dopo il tormentone dei tifosi del Borussia Dortmund che hanno messo a dura prova l'ospitalità della città, ieri Udine era silenziosa e tranquilla. I tifosi del Lech Poznan hanno invaso le vie del centro: gruppi ordinati di cuffie e sciarpe bianche e blu hanno riempito le strade ma senza creare problemi. Ad attenderli c'era il punto accoglienza in piazza Primo Maggio, dove hanno sostato in tutta tranquillità; la massiccia presenza delle forze dell'ordine avrebbe raffreddato qualsiasi animo caldo. Meno tranquilli i baristi che, seppur rassegnati, lamentano il calo di introiti della giornata no alcool.
All'osteria al Cappello i clienti non mancavano, ma consumavano rigorosamente acqua, gingerini e succhi di frutta. «La situazione è seccante - dice Antonella mentre prepara l'ennesimo analcolico - il calo di lavoro di sente e i clienti comunque ci provano a chiedere il bicchiere di vino».
Ma la risposta è negativa, anche perché le multe per chi è pizzicato a vendere alcolici sono piuttosto salate. «È inutile protestare - dice Di Giorgio - non ne vale la pena, piuttosto bisognerebbe proporre una soluzione alternativa». Qualche esercente ha preferito chiudere come l'osteria Al Fagiano e il Piccolo Bar, un cartello sulla porta e serrande abbassate. D'altra parte vendere acqua non è un grande affare e qualcuno, senza lamentele, preferisce prendersi mezza giornata di riposo. In diversi bar i tavoli erano pieni, ma tutti a guardare l'orologio in attesa che scattassero le 19, l'ordinanza è passata.