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Alcolismo al femminile: un problema in aumento

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Donne e alcool, abbiamo un problema?


L'alcolismo del XXI secolo sembra essere una questione tutta femminile: colpa della storia o dell'irresistibile fascino della bottiglia?


Alle donne piace bere, sempre di più. Che sia un drink sui tacchi o una birra da 66cl sul marciapiede l'alcool è una costante nella routine settimanale femminile, e per molte costituisce una vera e propria oasi di relax e socialità. Siamo oltre le rivendicazioni femministe e i triti discorsi sull'emancipazione: bere è un piacere, punto. Ma come la maggior parte dei piaceri della vita un suo consumo eccessivo può ritorcersi contro.


Una ricerca della University of Washington citata dall'Huffington Post fa il punto sui motivi storici del fenomeno. Le donne nate dopo la II Guerra Mondiale hanno sviluppato una forte inclinazione alla dipendenza dall'alcool grazie ai cambiamenti della società: rispetto alle generazioni precedenti si sono liberate dal tabù del bicchiere in mano in luogo pubblico, si sono istruite, lavorano sodo e si sentono meno obbligate a soddisfare gli stereotipi di genere. Per chi ha fatto carriera l'alcool diventa anche un modo per non essere da meno al tavolo d'affari: come si fa a bere un tè verde quando gli altri sono al terzo Martini?


Purtroppo quello che tarpa le ali all'alcolismo femminile è... essere donna: il corpo è infatti meno incline di quello degli uomini a tollerare ingenti quantità di alcool e dà tempestivi segnali d'insofferenza. Mai provato a fare un alcool test insieme a un amico dopo aver bevuto le stesse identiche cose? Tendenzialmente il risultato dirà che lui può guidare tranquillo e che voi siete da ricovero. L'Istituto Nazionale di Sanità americano spiega che le donne assorbono e metabolizzano l'alcool in maniera diversa dagli uomini perché a parità di peso hanno meno riserve di liquidi corporei, e dunque raggiungono più in fretta alte concentrazioni di alcool nel sangue; di contro grazie alle maggiori proporzioni del fegato lo smaltiscono anche più velocemente. Per arrivare a parlare di una vera e propria dipendenza i principali fattori in campo sono la genetica, l'età a cui si comincia a bere e i traumi psicologici, per i quali l'alcool si presenta come un ottimo placebo. Forse è giunta l'ora di imparare a bere con più coscienza, privilegiando la qualità alla quantità e senza cercare nella bottiglia la soluzione ad altri mali: i postumi sono una brutta bestia non solo il mattino dopo, ma anche sul lungo periodo.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)