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News di Alcologia

Alcolismo in crescita anche fra i migranti

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Le difficoltà di integrazione sono la causa principale della diffusione dell'alcolismo fra gli immigrati. In assenza di dati precisi, è comunque questo il dato che mette d'accordo gli operatori e gli studiosi del fenomeno, unito al fatto che fra i migranti le richieste di aiuto per uscire dalla dipendenza dall'alcol sono in crescita. «Un immigrato che vive in condizioni precarie trova nell'alcol un facile compagno - dicono molti operatori - e dall'altra parte il ricorso frequente all'alcol diventa un ostacolo all'integrazione».
L'allarme sul fenomeno riguarda anche i giovani. In particolare, i ragazzi di seconda generazione. Sul piano della prevenzione, si è cercato anche di affrontare il problema con un approccio interculturale e con specifici programmi sviluppati in base all'etnia di appartenenza. In realtà, poi, l'alcolismo colpisce più o meno tutte le comunità straniere. Se si prende come riferimento un Nucleo operativo di alcologia della Asl a Milano, la quota degli stranieri in trattamento è del 10-15% per cento, una presenza ormai quasi quotidiana. Pressoché assenti i pazienti di origine cinese, al servizio si rivolgono immigrati provenienti dall'Est europeo, dal Sud America, dell'Africa sud sahariana (Senegal, Ghana, Nigeria), del Maghreb, ma anche da paesi asiatici come Filippine e Sri Lanka. In generale, in maggioranza a chiedere aiuto sono uomini fra i 30 e i 40 anni, ma anche donne, specie dell'Est Europa. Mediamente, i problemi sono gli stessi degli italiani e sono più frequenti i casi di abuso di alcol che di dipendenza vera e propria. Questi dati sono in linea con quelli di altri centri specializzati, ma non consentono di arrivare a conclusioni di sorta circa la diffusione "etnica" del fenomeno. Nella pratica, se è più difficile fare prevenzione fra gli immigrati, chi ha bisogno di aiuto per uscire dall'alcolismo può contattare la propria Asl, per essere indirizzato al servizio di alcologia. Una rete di oltre 500 centri in tutta Italia si occupa di cura, prevenzione e riabilitazione di pazienti con problemi di dipendenza dall'alcol. Le cure considerate indispensabili sono disponibili anche per gli stranieri non regolari.
Esistono poi i gruppi di auto-aiuto, gratuiti e aperti a tutti, come gli Alcolisti Anonimi e l'Associazione club alcolisti in trattamento. Qui il problema della lingua viene spesso superato con il metodo della comunicazione emotiva. «Il problema esiste - spiega Giuseppe, addetto alle pubbliche relazioni di AA - , ma non c'è ancora una grande partecipazione di immigrati nelle nostre attività, sia per problemi culturali che per mancanza di informazione. Noi Alcolisti Anonimi stiamo però lavorando in questa direzione: abbiamo contatti con la Caritas e cerchiamo maggiore visibilità presso gli stranieri. Non escludo per il futuro la creazione di gruppi in lingua». Il numero del centro di ascolto è 06 6636620, mentre il sito è www. alcolisti-anonimi. it.
L'Istituto superiore di sanità ha inoltre attivato un telefono verde alcol - 800 63 2000 - , gratuito e anonimo, attivo dalle ore 10 alle 16 da lunedì a venerdì per dare informazioni e indirizzi dove curarsi. «Ultimamente - dice un'operatrice - sentiamo più spesso voci dall'accento straniero. Con rare eccezioni, il problema riguarda uomini, ma più volte sono le loro mogli a chiamare. Tanti cominciano ad abusare dell'alcol dopo il loro arrivo in Italia».