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Alcolismo: inquadramento diagnostico, sintomatologia e trattamento

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Alcolismo: inquadramento diagnostico, sintomatologia e trattamento

 

Inquadramento e cause dell'alcolismo

 

Il problema dell'uso o dell'abuso sistematico od occasionale di bevande alcoliche nasce molto spesso da un malessere psichico. Alcune persone ricorrono all'alcol in sostituzione, più o meno consapevole, di una terapia psichiatrica. Un caso classico è quello della depressione.

 

 

Non di rado, capita che una persona che non sa di soffrirne e che di norma assume alcolici in quantità moderata, in occasione di un episodio depressivo acuto, si accorga che l'alcol riesce a determinare un miglioramento iniziale del tono dell'umore, riducendo il disagio psichico. Ciò la porta istintivamente ad aumentare il consumo di alcol, fintanto che la depressione non si attenua spontaneamente. Se l'episodio depressivo fosse isolato o di breve durata, il problema sarebbe tutto sommato relativo: durante l'episodio l'alcol aiuterebbe a stare meglio; terminata la depressione il consumo di bevande alcoliche tornerebbe a livelli accettabili e non a rischio. Purtroppo, non è così.

 

La depressione ha un andamento ricorrente, con riacutizzazioni di durata variabile da alcune settimane a diversi mesi, e ciò facilita la cronicizzazione dell'abuso di alcol poiché a ogni nuovo episodio depressivo il paziente tenderà a ricorrere all'alcol in modo sempre più immediato e consistente. Superato un certo limite di tempo e di dosaggi, l'abuso alcolico finisce con l'autosostenersi, diventando un problema indipendente, che va ad aggiungersi al disagio psichico che l'aveva inizialmente indotto. Ci si trova, così, di fronte a un caso di alcolismo in una persona che è anche depressa e non più a una persona depressa che usa l'alcol per stare meglio. Sul piano clinico la differenza tra queste due condizioni è sostanziale perché se nella persona "soltanto" depressa per evitare l'abuso alcolico sarebbe bastato somministrare la terapia antidepressiva specifica, nel depresso-alcolista la terapia antidepressiva continua a essere necessaria, ma non è più sufficiente e deve essere affiancata da interventi di recupero dalla dipendenza alcolica. Quanto detto per la depressione vale anche per tutti gli altri disturbi psichiatrici e, in particolare, per i disturbi d'ansia.

 

Il problema alla base dell'alcolismo può essere anche di natura diversa, per esempio, di tipo psicopatologico. Alcune persone presentano una struttura di personalità che le porta a ricercare e trovare una soluzione al proprio disagio e/o a un vissuto problematico in qualcosa di esterno, dal quale tendono a diventare dipendenti. Questo qualcosa può essere l'alcol o una sostanza stupefacente, ma anche un farmaco, il gioco d'azzardo o un'altra persona. Un'ulteriore categoria di potenziali alcoldipendenti è rappresentata da persone con personalità "borderline", ossia impulsive, che hanno difficoltà a modulare le proprie emozioni e la propria autostima e con la tendenza a comportamenti estremi, compreso l'abuso di alcolici o sostanze psicotrope.

 

La relazione tra alcolismo e depressione

 

Tra le principali cause di incidenti stradali e di incidenti sul lavoro, sempre più diffuso tra i giovani, compagno scomodo per molti uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale, il consumo eccessivo di bevande alcoliche rappresenta un capitolo sociosanitario critico in ogni parte del mondo, ancorché ampiamente sottostimato a causa della tendenza dei diretti interessati e dei familiari a banalizzare (almeno in una fase iniziale) e a nascondere (fin quando possibile) il problema.

 

In Italia, il fenomeno dell'alcolismo è diffuso soprattutto in alcune Regioni e in determinati contesti di vita e lavoro, ma, al di là delle abitudini legate a fattori socioculturali, a indurre all'abuso di alcolici sono spesso patologie psichiatriche (in particolare la depressione, l'ansia e il disturbo bipolare o il disturbo di personalità borderline), che l'alcol sembra poter attenuare, almeno transitoriamente. Purtroppo, però, l'apparente e improprio rimedio si rivela, ben presto, peggiore del disagio psichico che ha indotto a utilizzarlo, trasformandosi in una dipendenza che, se non affrontata tempestivamente, può determinare complicanze fisiche e psicologiche severe e causare notevoli problemi a livello familiare e lavorativo, con un globale deterioramento della qualità di vita.

 

Riconoscere la tendenza all'abuso di alcol fin dall'esordio, esaminarne l'origine e i fattori aggravanti e intervenire prima che si sia instaurata una vera e propria dipendenza permette di affrontare più facilmente il disturbo, aumentando notevolmente le probabilità di risolverlo in modo definitivo.

 

 

 

Sintomi e diagnosi dell'alcolismo

 

L'alcolismo si contraddistingue per l'incapacità di rinunciare ad assumere bevande alcoliche e ad autocontrollarne la quantità anche quando ciò si traduce in situazioni problematiche sul piano sociale, familiare e lavorativo o si ripercuote negativamente sulla salute.

 

 

Chi soffre di alcolismo tende a sviluppare assuefazione all'azione psicotropa dell'alcol e ad assumerne quantità sempre maggiori per ottenere l'effetto ricercato, ritrovandosi ben presto in una situazione di dipendenza.

 

A poco a poco, il pensiero e il desiderio di bevande alcoliche diventa pressoché costante e la loro mancata assunzione determina una sindrome d'astinenza del tutto sovrapponibile a quella che si osserva nei tossicodipendenti, caratterizzata da accelerazione del battito cardiaco (tachicardia), tremori, nausea e vomito, agitazione, allucinazioni, convulsioni.

 

Non è sufficiente che una persona beva più della media per poter affermare di essere di fronte a un alcolista. La differenza sostanziale tra un alcolista e un forte bevitore non sta tanto nella quantità di bevande alcoliche effettivamente consumate d'abitudine, ma nel motore che dirige questo consumo e nella capacità di arrestarlo senza eccessive sofferenze. Benché sia vero che chi beve di più e più spesso ha una probabilità maggiore di diventare alcolista rispetto a un astemio o a un bevitore medio, il problema alla base dell'alcolismo non è esterno, ma interno all'individuo. Le abitudini familiari e del gruppo di appartenenza hanno sicuramente un ruolo nell'indirizzare la tipologia dell'abuso, ma si tratta di un'aggravante, non della causa prima.

 

D'altro canto, si può avere un problema con l'alcol (e subirne tutti gli effetti negativi a livello personale e sociale) anche senza essere propriamente alcolisti. È il caso del binge drinking una condizione caratterizzata dal consumo occasionale di notevoli quantità di bevande alcoliche e conseguente perdita di controllo sul proprio comportamento. Si può dire di essere di fronte ad una situazione di binge drinking quando un uomo beve più di cinque o una donna almeno quattro porzioni di alcol (tra vino, cocktail, superalcolici, birre ecc.) in un breve arco di tempo (un aperitivo, una festa, una serata in discoteca, una cena con amici ecc.). Per definizione, una porzione di alcol (un "drink") corrisponde a 12 grammi di alcol puro, ossia per esempio:

 

330 ml di birra (4,5% di alcol)

125 ml di vino (12% alcol)

40 ml di superalcolico (40% di alcol)

 

 

Le complicanze dell'alcolismo

 

L'eccessivo consumo di alcolici protratto per periodi prolungati si associa a un deterioramento generalizzato dell'organismo e all'insorgenza di innumerevoli disturbi fisici e intellettivi.

 

Tra le più comuni complicanze dell'alcolismo:

 

Steatosi (fegato grasso), epatite alcolica; cirrosi epatica, tumore del fegato.

Gastrite e ulcera gastrica, esofagite, pancreatite acuta e cronica (con alterata produzione di enzimi digestivi e degli ormoni prodotti dal pancreas, insulina e glucagone), tumore dell'esofago e dello stomaco.

Cardiomiopatia alcolica, scompenso cardiaco e aritmie; ipertensione arteriosa, aumento del rischio di ictus.

Disfunzione erettile negli uomini e alterazioni del ciclo mestruale nelle donne; maggior rischio di tumore del seno e di contrarre infezioni trasmesse sessualmente.

Nistagmo (movimenti rapidi e incontrollati degli occhi) e paralisi dei muscoli oculari (da deficit di vitamina B1).

Neuropatia periferica (riduzione della sensibilità e comparsa di formicolii a carico delle mani e dei piedi), perdita della memoria, atrofia cerebellare, encefalopatia di Korsakoff (una forma di demenza legata all'alcol), allucinazioni, stato confusionale, convulsioni.

Diminuzione delle difese immunitarie e maggior suscettibilità alle infezioni (in particolare, polmoniti e tubercolosi).

In gravidanza, l'alcol può provocare la sindrome feto-alcolica con dimorfismi facciali, ritardo nell'accrescimento e anomalie nello sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino

 

 

Il trattamento dell'alcolismo

 

Benché alla base dell'alcolismo vi sia spesso un disturbo psichiatrico o psicopatologico, le persone che per risolverlo si rivolgono subito allo psichiatra sono un'esigua minoranza. Nella maggior parte dei casi, chi soffre di alcolismo evita di ammettere l'esistenza del problema oppure lo affronta in modo discontinuo, con metodi inadeguati (per esempio, con tentativi di astinenza spontanei o uso di sostanze diverse) e tendenzialmente inefficaci.

 

Fin dove possibile, gli alcolisti (e, spesso, anche i familiari) cercano di nascondere le difficoltà nel rapporto con l'alcol per non essere stigmatizzati socialmente e non subire discriminazioni sul lavoro. Ciò contribuisce a consolidare la dipendenza da alcol e a renderla più difficile da recuperare.

 

Disintossicazione e gestione dell'astinenza acuta da alcol

 

Il trattamento dell'alcolismo è finalizzato alla completa interruzione dell'assunzione di bevande alcoliche a lungo termine. Per essere efficace, deve essere attuato in centri di recupero specialistici e seguito da un periodo di riabilitazione che può durare diversi anni e che, idealmente, dovrebbe coinvolgere anche i familiari. In generale, l'approccio si suddivide in due fasi. La prima è quella della disintossicazione e della gestione dell'astinenza acuta, della durata di 1-2 settimane: in questo periodo, che di norma prevede il ricovero ospedaliero, la persona viene reidratata e nutrita per via endovenosa finché non è di nuovo in grado di alimentarsi normalmente.

 

Per ridurre l'agitazione possono essere somministrate benzodiazepine, poi scalate gradualmente man mano che la disintossicazione procede e, quindi, sospese. In aggiunta, vengono somministrati supplementi vitaminici del gruppo B (la cui carenza, tipica di chi assume quantità eccessive di alcolici, è all'origine delle complicanze neurologiche dell'alcolismo), folati e sali minerali (in particolare, magnesio, potassio e calcio).

 

Recupero psicoterapico e supporto farmacologico

 

Ottenuta la disintossicazione, viene avviato il recupero psicoterapico che, teoricamente, dovrebbe durare almeno sei mesi o un anno. In questa seconda fase, oltre all'analisi delle cause all'origine dell'abuso di alcol e al sostegno/rinforzo della motivazione all'astinenza, possono essere somministrati farmaci. In genere, ci si avvale di antidepressivi della classe degli SSRI per sostenere il tono dell'umore e di altri composti più specificamente indirizzati a ridurre il desiderio di bere e i sintomi dell'astinenza (disulfiram, naltrexone, acamprosato, baclofene, nalmefene). L'insieme di queste terapie permette di controllare il disturbo psichiatrico di base e di facilitare l'adesione al piano di recupero psicoterapico e il reinserimento sociale.

 

Purtroppo, nonostante un supporto specialistico competente, molte persone dipendenti da alcol non riescono a concludere il programma di recupero, avviando un percorso di ripetute ricadute e nuovi tentativi di cura. Essendo l'alcol una sostanza lecita, non è possibile "obbligare" l'alcolista a curarsi neppure in presenza di un quadro clinico deteriorato. Di fatto, spesso, il primo contatto con un centro di recupero non avviene per volontà dell'interessato, ma a seguito di incidenti stradali, fermi per guida in stato d'ebrezza, atti illeciti o denunce per violenza domestica. Il supporto da parte di familiari e amici e alcune strategie quotidiane possono contribuire a incentivare la motivazione all'astinenza e prevenire le ricadute.