338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Alcolismo, la tribù dei piccoli ubriachi

cufrad news alcologia alcol alcolismo Alcolismo, la tribù dei piccoli ubriachi


Alcolismo, la tribù dei piccoli ubriachi

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il 40 per cento circa dei giovani italiani beve fuori pasto. E uno su dieci ha 11-12 anni.
Bere tanto fino a ubriacarsi fa tendenza tra i giovanissimi. Una moda che in pochi anni ha sostituito la trasgressione con  'anestesia "antivuoto" del bere estremo. Nella diatriba tra chi produce/vende alcolici e chi chiede tutele per i più vulnerabili, la "generazione chimica", ragazzini e ragazzine del terzo millennio, sa usare le sostanze ma ne ignora i pericoli. Inoltre sono policonsumatori che dai bianchi frizzanti spruzzati di succo di frutta passano al gin, al rum, alla vodka per ricominciare con gli energy drinks e finire ai superalcolici secchi traghettati verso canne, cocaina e pasticche di sintesi.

Così, mentre si celebra in queste settimane il mese della prevenzione alcologica, i dati dell'Oms rivelano che il 30-40% dei giovani italiani beve fuori pasto (negli Usa il 44%), il 13-14% è composto da ragazzini di 11-12 anni e il 6-7% di ragazzine coetanee forti bevitrici. Ancora l'Oms ricorda che l'intossicazione alcolica (l'ubriacatura pesante) è causa di un decesso su 4 tra i 15 e i 18 anni, ed è la causa in un caso su 3 di lesioni (da botte), omicidi e suicidi tra gli 11 e i 20 anni di età. Bevono forte e in poche ore per "sentirsi sciolti", per adeguarsi al branco o per divertirsi di più.

"È una moda, un cambiamento della cultura del bere, dobbiamo prenderne atto noi adulti e insegnare ai ragazzi, usando il loro linguaggio, che il bere è un'abilità da imparare  -  dice Massimo Biondi, professore ordinario di psichiatria, Policlinico Umberto I Università Sapienza di Roma durante la presentazione della Campagna "Bere è contro le ragazze", promossa dal Comune di Roma, dalla Sapienza e dall'ospedale Sant'Andrea  -  non si deve mai bere a stomaco vuoto e mai se si è stanchi, bisogna saper rifiutare, imparare a sentire i sapori, ma soprattutto a fermarsi e chiedere aiuto agli amici ". Il binge drinking (bere per ubriacarsi) ha preso il posto del bere conviviale.

"È colpa degli adulti se i giovani bevono troppo e male, da un lato la forte pressione del marketing che offre dell'alcol un'immagine di successo dall'altro i genitori che hanno smarrito il controllo sui comportamenti dei figli  -  denuncia Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol e tossicodipendenze dell'Istituto superiore di sanità  -  adesso va il "bevi quanto ti pare, ad ogni ora del giorno e a basso costo".

Ma gli enzimi che metabolizzano l'alcol sono carenti nei giovanissimi fino ai 20 anni, in particolare nelle femmine che si intossicano anche con piccole quantità fino a cadere nel coma etilico". Il cervello è l'organo bersaglio dell'intossicazione alcolica che porta a morte i neuroni. "Ma l'abuso di alcol aumenta (5% un bicchiere, 25% 2 bicchieri) il rischio di tumore mammario, epatico (35%), pancreatico, esofageo, gastrico  -  sottolinea l'oncologo Paolo Marchetti del Sant'Andrea di Roma  - cui si aggiunge il forte rischio di rapporti non protetti (Aids, HCV, HPV), di violenze fuori e dentro le mura domestiche, gravidanze indesiderate".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)