Alcolismo: possibili terapie personalizzate in base al DNA
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LA CURA È SU MISURA
Mettere a punto terapie dell`alcolismo personalizzate in base al Dna. «Molti dei farmaci in commercio permettono di diminuire il desiderio di
alcolici, ma non funzionano su tutti i pazienti», spiega Howard Edberg, ricercatore dei Collaborative Studyof the Genetics of Alcholism
(Coga): «E la soluzione potrebbe essere quella di usare farmaci mirati su pazienti con specifici tipi di alcolismo, riconducibili a
particolari varianti genetiche». La relazione geni-alcolismo è oggetto di ricerca ormai da molti anni. E gli studi hanno dimostrato, per
esempio, che figli di genitori alcolizzati hanno una probabilità quattro volte più alta di sviluppare problemi di alcolismo, anche se vengono
adottati in famiglie con genitori che non bevono. Per i figli maschi di padri alcolizzati questa probabilità sale a nove volte. Alcuni geni
incriminati sono, poi, condivisi all`interno dello stesso gruppo etnico o geografico: circa un terzo della popolazione dell`Asia orientale,
ad esempio, presenta una variante genetica che comporta la rapida conversione dell`alcol nell`ace taldeide, il responsabile della nausea,
dell`aumento della frequenza cardiaca e del rossore. Questo è un deterrente al bere, al contrario invece di quello prodotto da un altro gene,
comune tra i finlandesi. Ma la relazione tra geni ed alcol è estremamente complessa. Vi sono geni che influenzano la velocità con cui il
fegato metabolizza l`alcol, quelli che determinano come il cervello reagisce a stress o piacere, così come quelli legati all`ansia e alla
depressione. E tutti sono possibili target per altrettante terapie mirate. Per esempio, quella riportata in uno studio sull`°American Journal
of Psychiatry": alcuni pazienti con due specifiche varianti di un gene legato al neurotrasmettitore serotonina sono stati in grado di ridurre
significativamente il loro consumo di alcolici grazie all`ondan- setron, una molecola impiegata contro la nausea, che bloccando i recettori
della serotonina, diminuisce il senso di ebbrezza. Uno studio simile ha mostrato che, nei pazienti che presentano una variante del gene per i
recettori degli oppioidi, il trattamento con il naltrexone abbassa il rischio di ricaduta. Questo principio attivo riduce il desiderio di
alcolici bloccando i recettori degli oppioidi.
Caterina Visco
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)