Alcolismo: primo, ascoltare
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Alcolismo: primo, ascoltare
Alcol, emarginazione, allarme sociale, progetti di recupero e su tutto questo il ruolo e il lavoro degli operatori di strada. Su questi temi
si è discusso al centro incontro Reggio Est durante il seminario-dibattito «Alcool, comunità, prossimità» organizzato dal Comune per fare il
punto su strategie e pratiche in atto nel quartiere della stazione ferroviaria, per contrastare il fenomeno dell'alcolismo, attraverso azioni
di coesione sociale. Al centro delle riflessioni - a cui hanno partecipato gli assessori a Coesione e sicurezza sociale e Politiche sociali,
lavoro e salute, Franco Corradini e Matteo Sassi col direttore Ausl, Fausto Nicolini, il progetto Unità di Strada che opera per contrastare i
fenomeni di disordine urbano e per ridurre danni e rischi (individuali e non) legati all'uso dell'alcol da parte di persone che si ritrovano
in aree pubbliche. SCOPI DEL PROGETTO. Il progetto, attivo dal 2009, è stato pensato anche per migliorare le condizioni di vita di persone
emarginate e ridurre l'allarme sociale e la sensazione d'insicurezza generate da situazioni di schiamazzo e bivacco. Dopo una mappatura del
territorio, si è partiti nel 2010 tramite la presenza di operatori di strada, la costruzione di una rete di collaborazione con altri servizi
sociali, sanitari e di tutela dei diritti, sia pubblici che del privato sociale e la realizzazione di attività di animazione sociale. I
NUMERI. Tra luglio 2010 e aprile 2011 gli operatori hanno realizzato 96 uscite di pomeriggio e sera per attività di contatto e counselling
(ovvero promuovere atteggiamenti propositivi) con l'utenza e procedere a eventuali accompagnamenti verso sportelli sociali (come il punto di
ascolto AmoReggio point) o strutture sanitarie. Hanno intercettato 296 persone non ancora conosciute dai servizi e avuto oltre mille contatti
con persone che frequentano la zona (di cui 380 contatti con chi fa uso di alcol e 130 con chi usa altre sostanze). Hanno realizzato circa
300 interventi di counselling e gestito 20 accompagnamenti in strutture sanitarie e sociali.
GLI OPERATORI. Le richieste più frequenti registrate dagli operatori (di strada o di sportello) sono relative a: lavoro, disponibilità di un
posto letto, problemi sanitari, informazioni sui permessi di soggiorno, posizione previdenziale. Richieste anche sui percorsi di uscita dalla
tossicodipendenza. Il progetto opera con un team multidisciplinare, che comprende un operatore socio-educativo con esperienza di lavoro di
strada, un operatore con esperienza di lavoro nei servizi socio-sanitari con competenze di mediazione linguistica-culturale, un animatore
sociale e un funzionario esperto in processi socio educativi interculturali. LUCI E OMBRE. Dal confronto è emerso che i punti di forza del
progetto sono individuabili nella presenza di uno sportello d'ascolto che rende facilmente contattabili gli operatori, sia da parte dei
cittadini allarmati che delle persone in difficoltà; nello sviluppo di un approccio basato sulla raccolta dei bisogni (e quindi non
giudicante); nella presenza di un mediatore linguistico culturale che facilita la costruzione di relazioni-reti di fiducia e nella creazione
di una rete di soggetti del terzo settore disponibile e flessibile. Viceversa i punti deboli dell'iniziativa sono legati a un quadro
legislativo nazionale che impedisce la realizzazione di altre azioni a favore delle persone immigrate, oltre che alla necessità di migliorare
la comunicazione e la collaborazione fra la base operativa e «decisori pubblici». ALTRI PROTAGONISTI. All'incontro sono intervenuti anche
Lucilla Cabrini del servizio comunale Politiche per coesione sociale e solidarietà; Roberto Bosi direttore del Sert; Marco Battini
responsabile dell'area lavoro di strada del centro sociale Papa Giovanni XXIII; Carlo Vestrali dirigente del servizio comunale Politiche per
l'integrazione, l'inclusione, la convivenza; Manuela Vaccari coordinatrice progetto Unità di Strada zona stazione del Comune; Laura Mammi
operatrice di strada del centro sociale Papa Giovanni XXIII; Mohamed Sabri mediatore culturale della cooperativa La Quercia; Lia D'Andrea
abitante della zona stazione; Mario Cipressi responsabile progetto «Bar analcolico Cafè Reggio» della cooperativa Koinè; Angiolina Dodi
direttrice del Programma dipendenze patologiche dell'Ausl.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)