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Alcolismo: riconoscere il problema come prima fase della guarigione

Alcolismo: riconoscere il problema come prima fase della guarigione

Alcolismo: riconoscere il problema come prima fase della guarigione

Dr.ssa Elena Pucci - Psicologo Psicoterapeuta Cantù

 

Storicamente la cultura mediterranea attribuisce all’alcool una connotazione prevalentemente positiva; nel nostro Paese il consumo alcolico appartiene alla tradizione culturale e sociale, e' infatti spesso associato a situazioni festose, veicolando talora comunicazione, socializzazione e solidarieta' tra le persone.

Tale accezione positiva rischia tuttavia di sottovalutare le situazioni in cui l’alcool diventa oggetto di abuso, se non di dipendenza, ed influisce sullo stato di salute psicofisica di un individuo.

In tempi recenti si sente sempre piu' spesso parlare di alcolismo, ma spesso tale parola evoca una serie di pregiudizi e stereotipi, tra cui quello dell’ ”ubriacone di paese”, piuttosto che della persona che vive ai limiti della marginalita' sociale.

Nella realta', il rapporto con l’alcool descrive una complessità di situazioni che abbracciano trasversalmente ambienti sociali e culturali, fasce di eta' diversificati, per cui non e' possibile tracciare il profilo dell’alcolista standard.


Il consumo di alcool, ad esempio, e' attualmente in crescita tra i giovani e le donne, cosi' come all’interno di ceti sociali medio-alti.


La problematica dell’alcolismo e' stata a lungo relativamente sottostimata, a livello culturale, politico e legislativo.


Fino a poco tempo fa, infatti, le iniziative in campo alcologico erano per lo piu' affidate agli enti locali e regionali, che hanno proposto negli anni svariate iniziative sotto forma di decreti e disposizioni, ed all’azione delle associazioni e dei gruppi di auto-aiuto (Anonimi Alcolisti, Centri Alcolisti in Trattamento, ...).

Tra le sue conseguenze vi sono la modifica del Codice della Strada, secondo il quale il limite di concentrazione alcolemica tollerato per poter guidare scende da 0.8 gr per litro a 0.5 gr per litro, la comparsa degli spot pubblicitari sulla pericolosità della guida sotto effetto di sostanze alcoliche (ne e' proibita la messa in onda durante le ore di fascia protetta).


Anche la cultura dominante sembra piu' propensa a considerare la problematica dell’alcolismo, compaiono talora articoli sui giornali, servizi nelle trasmissioni televisive o casi di alcolismo tra i personaggi di film e telefilm.





L’alcolismo e' un disturbo a genesi multifattoriale (biologica, psicologica e sociale) associata all’assunzione protratta (episodica o cronica) di bevande alcoliche, che puo' comportare dipendenza, ma non necessariamente, capace di provocare una sofferenza multidimensionale che si manifesta in maniera differente da individuo a individuo.


Non esiste quindi un’unica causa dell’alcolismo, piuttosto esso puo' essere favorito dalla costellazione di svariati fattori:

  • individuali,

  • psicologici,

  • biologici,

  • culturali

  • sociali.




Non c’e' un’unica modalità di essere “alcolista”, l’assunzione di alcool puo' infatti essere limitata ad un preciso periodo (episodico), o essere continuativa, ma il comune denominatore e' la ricerca di un determinato effetto nella sostanza.

Proprio perche' la relazione con tale sostanza si manifesta secondo modalita' eterogenee e diversificate, sarebbe preferibile parlare di “bevitori problematici” piuttosto che di “alcolismo”, che potrebbe infatti risultare fuorviante.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.psicoterapiarca.it/91_0/problemi_alcolismo/alcolismo_che_fare.ashx

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)