Alcolismo senza confini: l'Italia non è sola in questa battaglia
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E' notizia di questi giorni l'approvazione, da parte del Governo russo, di severe misure repressive contro il consumo di alcol. Il Presidente Dmitri Medvedev, in tale occasione, ha fermamente criticato le "cattive abitudini" dei Russi riguardo al bere e al consumo di tabacco, ribadendo l'impegno del Cremlino per contrastarle.
Saranno dunque realizzate azioni per contrastare la vendita di alcolici contraffatti, effettuati controlli più severi sulla produzione e il traffico di bevande alcoliche, indicati sulle confezioni i pericoli dell'abuso di alcool. In particolare si punterà sui giovani, vietando la vendita di alcolici nei pressi di scuole, ospedali e impianti sportivi. Anche la pubblicità di prodotti ad alta gradazione alcolica subirà delle restrizioni.
Ma qual è la situazione italiana? Anche nel nostro Paese si segnala il problema dell'alcolismo, in continua crescita soprattutto nei giovani. La quota di consumatori di bevande alcoliche è pressoché stabile, tuttavia si stanno consolidando abitudini "nord europee", cioè di consumo al di fuori dei pasti.
Il dato più preoccupante è quello di un forte incremento del consumo da parte dei giovanissimi, soprattutto nel fine settimana ("binge drinking"). Negli incidenti notturni perdono la vita specialmente ragazzi tra 21 e 24 anni, con il più alto indice di mortalità durante i mesi estivi, nel fine settimana e verso le 5 del mattino; in questi casi si registra quasi sempre una relazione con l'abuso di alcol o di altre sostanze.
Relativamente all'ultimo periodo (dal 2 agosto al 9 settembre 2009), il Ministero della Salute ha realizzato una campagna di sensibilizzazione il cui concetto principale era "L'Alcol altera la capacità di percezione e di reazione. Non beviamo mai prima di guidare. Potremmo mettere in pericolo la nostra vita e quella degli altri. Con l'alcol non si scherza." Un messaggio molto significativo, che deve tuttavia trovare riscontro in un'attenzione costante da parte delle famiglie e della scuola; i divieti non bastano, occorre proporre modelli positivi ai giovani e aiutare quelli in difficoltà.