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News di Alcologia

Alcolismo, tossicodipendenza e comportamenti criminali

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Giovani, Alcolismo e Tossicodipendenza
I rapporti tra abuso di alcool e comportamento criminale rappresentano un problema di grande rilevanza sociale che è stato affrontato da

molte ricerche che hanno preso in considerazione sia gli autori di questi reati che le loro vittime.
Bandini, Gatti e Traverso, in una ricerca compiuta presso l'Università di Genova su tutti i casi di omicidio e tentato omicidio verificatisi

dal 1969 al 1975, hanno rilevato la presenza di intossicazione da alcool nel 23,8% degli autori e nel 16% delle vittime.
E' da sottolineare, peraltro, che nella maggior parte dei casi la presenza dell'alcool nel sangue degli autori di reato è spesso

sottovalutata per la mancata esecuzione degli specifici accertamenti ematici.
In ambito criminologico, è stato osservato anche che mentre alcuni crimini possono essere facilitati dall'uso di alcol (come gli omicidi

sacrificali), altri crimini, quali ad esempio gli white - collar crimes, ovvero i crimini dei colletti bianchi, richiedono un'efficienza

incompatibile con l'uso di alcool.
E' stato anche osservato che se è vero che l'alcool può scatenare o incrementare il comportamento aggressivo, è anche vero che tale

comportamento può essere scatenato anche da altri fattori e che non sempre l'aggressività si traduce in un crimine.
Alla luce di queste considerazioni si può affermare che, mentre il legame tra alcool e delinquenza è chiaro ed indubitabile per alcuni tipi

di reato (come l'omicidio, i maltrattamenti in famiglia e la delinquenza colposa legata al traffico stradale), la connessione tra abuso di

alcol ed altri tipi di devianza risulta indiretta e talvolta non dimostrabile.
Un problema ancora più controverso è rappresentato dal legame tra uso di droga e criminalità.
Bisogna anzitutto premettere un'importante distinzione che riguarda i reati commessi dai tossicomani; bisogna infatti distinguere tra i reati

di uso e acquisto di sostanze stupefacenti e gli altri tipi di reati.
Per ciò che riguarda l'uso di sostanze stupefacenti è determinante la legislazione in vigore nello Stato di appartenenza, perché uno stesso

comportamento può essere vietato e costituire reato in un determinato Paese, ed essere, invece, ammesso e tollerato (non dando luogo,quindi, ad un reato) in un altro, dove il drogato più che un criminale è considerato un malato da curare.
In Italia nel 1975, si è verificato il primo mutamento legislativo, dovuto al fatto che con l'approvazione di una nuova legge sulle sostanze

stupefacenti si è passati da una normativa repressiva ad una normativa che distingue le diverse categorie di droghe a seconda della loro

pericolosità, che prevede interventi differenziati e che non contempla l'applicazione di sanzioni penali per chi acquista o comunque detiene

modiche quantità di sostanze stupefacenti per uso personale.
Oltre alla Criminalità legata al possesso, allo spaccio, all'acquisto e al consumo di droga, è il caso di accennare ai rapporti diretti ed

indiretti che esistono tra uso di droga e altri tipi di reato.
I rapporti diretti sono relativi ai reati commessi sotto l'influsso delle sostanze stupefacenti ed a causa dei loro effetti psicopatologici,

mentre i rapporti indiretti riguardano i reati commessi per procurarsi la droga. In quest'ottica è necessario distinguere tra i diversi tipi

di droga:
• Per quanto riguarda gli oppiacei (morfina, eroina, ecc.) non ha alcun fondamento l'opinione diffusa secondo la quale l'uso di tali sostanze

induce ad atti violenti, ovvero favorisce la comparsa di psicopatologie che condizionano in maniera diretta la commissione di reati. I reati

contro la proprietà, caratteristici degli eroinomani, trovano la loro ragione d'essere nella necessità del tossicomane di acquistare

quantitativi sempre maggiori di droga.
• Per quanto riguarda i rapporti tra uso di marijuana o hashish e criminalità, essi non sembrano invece rilevanti: un'eventuale evoluzione in

senso criminale da parte dei consumatori di queste sostanze è da ritenere legata a problemi di altra natura e non correlati direttamente agli

effetti di queste droghe.
• Diverse sono le conseguenze dell'uso di LSD e di altri allucinogeni in quanto sotto l'influsso di tali sostanze possono verificarsi atti

delittuosi anche molto gravi (suicidi, omicidi, lesioni, ecc.) dovuti agli stati di angoscia, al terrore suscitato dalle allucinazioni, agli

stati crepuscolari, alla confusione onirica e a vere e proprie idee deliranti provocati dall'uso di queste droghe.
Il problema della droga è strettamente legato alla "noia di vivere" di molti giovani d'oggi.
Tutte le droghe fanno male e l'uso di qualsiasi tipo di droga rappresenta sempre un campanello d'allarme, una spia, un indizio di qualcosa

che non va a livello psicologico o familiare.
Il tossicomane ha una personalità immatura e un temperamento fragile ed insicuro.
Nella droga, oltre al "piacere" il tossicomane cerca una cura ai propri problemi. Con la droga cerca di riempire i suoi vuoti affettivi,

comunicativi ed esistenziali.
Cerca di sconfiggere il suo senso di inutilità che sfocia in un'aggressività rivolta verso i suoi familiari e anche verso se stesso.
Le droghe di nuova generazione come l'ecstasy rappresentano per i giovani la risposta ad un vissuto di inadeguatezza. Trattasi di giovani con una bassissima stima di se stessi che quasi sempre accettano di assumere questa droga per essere "accettati" dagli altri.
L'unica soluzione al problema della droga è quella di fortificare il carattere dei giovani, accrescendo la loro autostima e facendo crescere

la sicurezza in loro stessi.
Bisogna riempire di significato il vuoto interiore che consuma l'animo di questi giovani.
Bisogna potenziare la loro capacità di difendersi dai pericoli che li minacciano.
Io ho fiducia nei giovani.
Anche in coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti.
So per certo che possono riuscire a sconfiggere i demoni che si portano dentro.
Tutti possiamo riuscirci.
Non ci resta che rimboccarci le maniche e darci seriamente da fare.
Danila Zappilà


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)