Alcoltest falsato, aveva il diabete
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La malattia e l'assunzione di insulina avrebbero alterato l'esito dell'etilometro e i testimoni hanno confermato
Assolto uno studente della Bassa che era stato controllato la sera della cena di maturità
Era la sera della cena di "matura", era il 2007, e sull'auto guidata da uno studente ventunenne della Bassa friulana erano saliti amici e un'insegnante. Sulla strada però il gruppetto incrociò una pattuglia della polizia stradale e gli agenti, nel compiere i loro controlli, avvicinandosi all'abitacolo avvertirono odore di alcol, decidendo quindi di sottoporre il conducente all'etilometro, test risultato positivo per due volte.
Il ragazzo però, assistito dall'avvocato Roberto Scolz, si è opporto al decreto penale di condanna per la guida in stato d'ebbrezza e ha chiesto di andare al dibattimento ritenendo che l'esito fosse risultato falsato per una sua particolare condizione. Lo studente infatti è affetto da diabete mellito di tipo 1 e deve assumere necessariamente insulina.
In base alla documentazione clinica, e accogliendo una richiesta specifica, il magistrato ha disposto una perizia medico legale per chiarire se la malattia potesse determinare una falsa positività. È stato incaricato il dottor Carlo Moreschi che nella propria relazione ha messo in luce come, in un soggetto diabetico, possa avvenire produzione di acetone che, a livello organico, può provocare una sussistenza nel fiato di alcol in quantità maggiore di quanto sia realmente stato assunto. Il perito ha escluso che questo fenomeno fosse stato sufficiente a falsare il test, ma ha confermato anche che la somministrazione di insulina e la stessa malattia a loro volta sono in grado di influenzare gli esiti dell'alcoltest. Si sono aggiunte le testimonianze dell'insegnante che ha affermato che la quantità di birra bevuta dall'imputato erano molto modeste, del titolare del locale dove si era tenuta la cena, che ha dichiarato di servire esclusivamente birra a bassa gradazione, e degli stessi componenti della pattuglia che hanno spiegato di non aver potuto apprezzare altri segni che facessero propendere per un'ubriachezza, e si è arrivati a una sentenza di assoluzione con la formula "perchè il fatto non sussiste" da parte del giudice Paola Peressini della sezione staccata di Cividale del tribunale di Udine (pm Borsetta).