Alcool e droghe si combattono con l'alfa-lattoalbumina
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Oltre l'85% dei pazienti disintossicati dall'alcool presentano successive ricadute, anche se sottoposti a regime di ricovero e dimessi dopo la completa remissione dei sintomi di astinenza (1).
Fattore determinante delle ricadute sarebbe il ripresentarsi di fattori stressanti (2, 3). Anche l'esposizione a stimoli che sono stati regolarmente associati all'assunzione di alcool può provocare ricadute (4).
La dipendenza da alcool, come da droghe, è stata relazionata allo sviluppo di una maggiore tolleranza nei confronti dell'alcool, o droghe, riferita come lo stabilirsi un nuovo equilibrio omeostatico, che sarebbe perturbato da una brusca interruzione nell'assunzione (5), la quale si manifesterebbe con la sindrome di astinenza (6).
Per esempio è riportato che l'effetto sedativo dell'alcool è dovuto alla stimolazione del sistema inibitorio GABA-ergico e all'inibizione del sistema eccitatorio glutammatergico. La sospensione dell'assunzione di alcool causerebbe uno sbilanciamento di questi sistemi, il sistema eccitatorio non più compensato da quello inibitorio, con la possibilità di sviluppare crisi epilettiche o altri sintomi associati all'astinenza.
Le ricadute sarebbero quindi dovute ad un tentativo di diminuire questa pericolosa sintomatologia. Studi condotti sugli animali dimostrano l'importanza degli stimoli ambientali nella risposta alle droghe di abuso (7, 8): roditori abituati a ricevere la stessa dose di oppiati nella stessa gabbia manifestano una elevata tolleranza all'effetto della dose, ma la stessa dose produce la loro morte per overdose se la somministrazione avviene in un'altra gabbia.
D'altra parte se la dose di oppiati non viene somministrata quando l'animale è messo nella gabbia dove era abituato a ricevere la droga, esso manifesta sintomi di astinenza. Quindi la gabbia produce uno stimolo condizionante, che produce una contro reazione, contraria all'effetto della droga, che bilancia l'effetto della droga, assuefazione, o provoca la sindrome di astinenza nel caso di mancata somministrazione (9). Analogamente nell'alcoolismo, stimoli ambientali possono indurre il desiderio di alcool per il suo effetto sedativo. Questo stimolo condizionante provoca uno sbilanciamento tra i sistemi inibitori ed eccitatori neuronali, stimolando il sistema glutammatergico e inibendo quello GABA-ergico, per cui la mancata assunzione causa una iper-eccitazione, che si manifesta nella sindrome di astinenza e spesso conduce ad una ricaduta.
Circa un terzo degli alcoolisti riporta ricadute anche a molta distanza dalla disintossicazione, spesso provocate dal ripresentarsi di precedenti situazioni legate al bere (10). Differenti sistemi di neurotrasmettitori risultano coinvolti nella dipendenza da alcool e droghe. È riportato che l'effetto gratificante dell'alcool o delle droghe è dovuto ad una induzione del rilascio di dopamina, soprattutto nel nucleo Accumbens, area cerebrale particolarmente ricca di dopamina. La somministrazione di alcool stimola l'attività elettrica dei neuroni dopaminergici e il rilascio di dopamina dalle terminazioni nervose nelle aree del sistema limbico.
È interessante notare come il rilascio di dopamina inizi già nella fase che precede il consumo di alcool o droghe. Il sistema dopaminergico controlla infatti il desiderio di stimoli più fondamentali come il sesso e il cibo. Il rilascio di dopamina continua durante la fase consumatoria, sia essa cibo, sesso, droghe o alcool. Risulta evidente che l'alcool e le droghe imitano l'azione sulla dopamina di stimoli naturali fondamentali per la nostra sopravvivenza. L'azione dell'alcool è sia sui sistemi a monte del sistema dopaminergico che su quello a valle, con cui la dopamina comunica.
L'alcool modifica la fluidità della membrana neuronale che produce delle alterazioni sulla funzionalità di sistemi recettoriali, in particolar modo del GABA e del glutammato. L'alcool non stimola i neuroni dopaminergici, ma riduce l'inibizione che i neuroni GABA-ergici hanno su di loro. Il sistema serotoninergico controlla il sistema dopaminergico, quindi la serotonina funziona da freno del desiderio di alcool, mentre la dopamina aumenta il desiderio. Per questo farmaci serotoninergici, come gli antidepressivi SSRIs, sono ampiamente utilizzati per la disintossicazione da alcool. Anche alcuni farmaci anticomiziali riducono il desiderio di alcool.
È interessante notare che questi farmaci producono un aumento intestinale di serotonina e/o triptofano. Mentre alle dosi raggiunte nel cervello risulta che i farmaci SSRIs non siano in grado di bloccare la ricaptazione della serotonina (11), questa azione è sicuramente espressa a livello intestinale. Recenti lavori sull'acute phase reaction dimostrano come il sistema neuroendocrino sia in grado di fornire improvvise ed elevate risposte a prolungati stimoli intestinali (12). Tra gli stimoli rientra il livello intestinale di triptofano e/o serotonina.
D'altra parte è noto come dal triptofano intestinale dipenda la sintesi di neuropeptidi, tra cui noradrenalina, leptina, NPY. I farmaci antidepressivi SSRI aumentano la serotonina intestinale, i farmaci anticomiziali aumentano il triptofano e/o la serotonina intestinale, ma più efficacemente è riportato che una siero-proteina del latte, l'alfa-lattoalbumina, aumenti il triptofano intestinale (13-19). L'azione anticonvulsiva, e antidepressiva, di questa proteina è stata correlata alla sua azione a livello intestinale (20, 21). Sempre all'aumento intestinale della serotonina può essere correlata l'azione anticonvulsiva dei farmaci antidepressivi SSRIs (22-25).
L'NPY è stato correlato anche al consumo di alcool (26): ad una scarsa espressione di NPY corrisponde un elevato consumo di alcool. L'alfa-lattoalbumina, stimolando la sintesi cerebrale di NPY, attraverso il sistema neuroendocrino, è in grado di inibire il desiderio di assumere alcool o droghe.