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Alcool, giovani e genitori: le criticità

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Alcool giovani e genitori: le criticità

L'alcol è diventato un grande protagonista dei fine settimana dei giovani. I dati sono drammatici: l'età d’iniziazione è 12 – 13 anni e quella della prima ubriacatura 14 anni. Indagini condotte tra i giovani confermano che è cresciuto a dismisura il consumo nella fascia dei giovani, di età compresa tra i 13 e i 17 anni.  Le donne sono in forte rimonta e pare che proprio le quindicenni bevono più dei coetanei maschi.

Ciò che é molto preoccupante e che il bere degli adolescenti è considerato dagli stessi un comportamento assolutamente normale e non trasgressivo mentre fino a pochi anni fa, chiunque beveva in modo abituale era considerato un povero emarginato. I giovani considerano il bere, un fenomeno di moda, immagine di socialità non raggiungibile in altri modi, successo tra i pari, ricerca dello sballo che compensa i tristi pensieri.

Attenzione, l'alcol è spesso al pari dell’erba, la sostanza d’ingresso nel mondo delle droghe e il consumo, avviene più facilmente nei luoghi di aggregazione, come le discoteche.

I genitori hanno la possibilità di accorgersene?
Forse, spesso sono gli ultimi a rendersi conto del guaio. I ragazzini che bevono il sabato sera, per mascherare il giorno dopo i segni evidenti, si fermano a dormire a casa di amici, o ne approfittano quando i genitori sono via per il week end. Sono astuti nel prendere le giuste precauzioni affinché padre e madre non si accorgano di niente.

Occorre valutare criticamente che dormire fuori di casa il sabato sera quasi costantemente, ha bisogno di un’analisi più approfondita come pure, dormire troppo a lungo la domenica. I genitori ormai non ci fanno più caso, perché la notte del sabato finisce spesso all’alba del giorno dopo. La domenica, è bene fare un attento check-up, ossia controllare se mangia, se ha vomito, se ha avuto diarrea, se i gesti sono sicuri o scarsamente coordinati, se l'umore è irritabile, se è scontroso, se c'è poca voglia di comunicare.

Il rischio alcool può essere prevenuto attraverso la condivisione di sentimenti, pensieri, idee ..

I genitori danno molto in materialità ma non sempre riescono a essere vicino ai figli e questi, ne hanno più bisogno che mai. Questa generazione è senza alcuna forma di dubbio, consapevole che è molto impossibile costruirsi un futuro senza l'aiuto dei genitori, cosa che fino a pochi anni fa era quasi scontata. L'istinto all'indipendenza dei ragazzi deve fare i conti con l'inevitabile dipendenza degli stessi e per questo che hanno bisogno di sentire più vicini i genitori. Attenzione, comunicare con un figlio è dare spazio di ascolto, senza massacrarlo di domande, senza dare giudizi affrettati ma favorire l’ascolto e dedicando del tempo all’analisi dei loro bisogni.

Quando si affronta il problema di giovani e alcol, inevitabilmente si scontrano due scuole di pensiero: da un lato i genitori che scelgono la tolleranza zero, dall'altro quelli che pensano che sia meglio che lo faccia a casa sotto il loro controllo. A tal proposito, per capire quale delle due strategie è vincente, alcuni ricercatori americani hanno messo a confronto  quasi mille ragazzini australiani (permissivi) e altrettanti americani (non permissivi)i, tutti di età compresa fra i 12 e i 13 anni. E’ stato studiato l’evoluzione del consumo di alcool nell'arco di tre anni ed è proprio dall'elaborazione di questi dati che è emersa la vittoria della linea più dura.

«All'inizio dello studio – scrivono i ricercatori – l'uso di alcolici tra gli studenti australiani pari al 59% era significativamente più alto di quello degli americani (39%). Durante il secondo anno, aveva bevuto con i genitori il 67% degli australiani, contro il 35% degli americani. Nel terzo anno di studio, il tasso di consumo alcolico è salito fino al 71% in Australia e al 45% in America. Inoltre, il 36% degli studenti australiani ha ammesso di aver sperimentato le conseguenze negative dell'alcol (come incidenti, malori o risse), contro il 21% degli statunitensi». Indipendentemente dalla nazionalità, comunque, è apparsa chiara la relazione tra permissività della famiglia e maggior pericolo di abuso.

Dallo studio si evince che l'idea di far bere i giovani sotto il controllo dei genitori possa in qualche modo aiutarli ad approcciare l'alcol in maniera più consapevole non risponde alla realtà poiché ha portato  ad un maggiore uso e abuso di alcol. Questi risultati ci dicono che le politiche dei governi non devono incoraggiare i genitori a bere con i figli, né a supervisionare l'uso di alcol. Anche quando un adolescente ha già iniziato a consumare alcolici, “la supervisione dell'adulto sembra peggiorare la situazione».

Per farsi capire da loro, quindi, bisogna essere forti e decisi. «I ragazzi – sottolinea Barbara J. McMorris, coordinatrice dello studio -  hanno bisogno di genitori, e non di compagni di bevute. Gli adulti devono perciò mandare dei messaggi molto chiari». Come dire, insomma, che è inutile spiegare a parole che l'alcol può essere pericoloso se poi non si fanno seguire dei fatti concreti.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)