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«Alcoperiamo», i giovani fanno prevenzione

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Nel teatro pieno di studenti il riassunto di un progetto di lotta al bere durante un anno L'educazione tra pari con l'esperienza delle terze dell'Itc che parlano ai più grandi
PREDAZZO. Un bicchiere di vino che cade a terra. Un cane per accompagnare i ciechi che ne beve il contenuto. Il padrone, non vedente, che gli si affida mentre l'animale barcolla sul marciapiede. E' iniziata così, con uno spot la festa no-alcol che ieri mattina ha riempito il teatro comunale di Predazzo di ragazzi provenienti dalla scuole medie di Campitello, Pozza, Moena, Predazzo, Tesero e Cavalese e delle prime classi degli istituti superiori di Fiemme e Fassa.
 Con i ragazzi, cioè, delle classi terze dell'ITC di Predazzo, coinvolti nel progetto "Alcooperiamo". Si tratta dell'importante progetto di peer-education - (il termine inglese che significa educazione tra pari) - già avviato lo scorso anno con l'attuale 5ºA e che ha visto i ragazzi parlare nelle classi medie, tra pari appunto, di alcol e dipendenze e discuterne anche la sera con i genitori (pochi).
 Sono state tre ore intense di testimonianze intervallate da filmati, slide e spot pubblicitari. Un video toccante sugli incidenti stradali con la voce di Guccini «lunga e diritta correva la strada»: video, ma anche parole che hanno scioccato.
 Fra i peer-leader dell'ITC anche gli otto ragazzi che in primavera hanno partecipato a villa S. Ignazio al corso di sensibilizzazione ai problemi alcolcorrelati e che hanno confermato l'intensità di un'esperienza che li ha messi a contatto diretto con il problema soprattutto durante le visite ai Club degli Alcolisti in Trattamento.
Toccante quella di Claudio che dall'età di 5 anni aveva il problema con papà di cui ha seguito il percorso nel Club fino alla "rosa d'oro" (i 5 anni di astinenza). Molti gli interventi: dai dirigenti scolastici Lorenzo Biasiori e Mirella Florian ai presidenti delle ACAT di Fiemme e Fassa Alberto Dagostin e Serafino Lazzer, al presidente di distretto Giovanni Zanon.
Ma il dato di fondo che è stato ripreso in diversi interventi come quello di Sergio Valle e dell'ex presidente del Comitato di Distretto di Fassa Elio Liberatore, è stata l'assenza degli adulti e delle istituzioni, scuole e Comuni in primis.
«La scuola fa - ha replicato Mirella Florian - ma è il mondo degli adulti che deve essere compatto». Elio Liberatore è andato giù duro ricordando innanzitutto una frase degli stessi ragazzi: «Scioccante è la cultura del bere che viene sostenuta dalla politica che non si mobilita abbastanza» e prendendosi gli applausi dei ragazzi quando ha denunciato le contraddizioni degli adulti. Deluso anche Paolo Bonelli per la scarsa partecipazione dei genitori. «Abbiamo perso una grande occasione, sembra che il problema sia sempre degli altri», ha detto.
C'è stato anche spazio per la presentazione delle iniziative di due gruppi di peer-leader dell'Istituto Curie di Pergine e della valle di Sole, il gruppo "Stente sani friends" che ha anche un sito www.stentesani.it,
Alcune proposte in positivo, in conclusione, le ha riprese dallo scorso anno e rilanciato il dottor Claudio Zorzi. Un invito a scommettere sulla cultura della sobrietà. Ha contato i pochi adulti rimasti a fine mattinata invitando i ragazzi ad un applauso ed ha riproposto alcune azioni efficaci che gli stessi ragazzi richiedono, semplici, ma efficaci. Per esempio abolire i rinfreschi alcolici e chiedere che nelle feste campestri sia riservato uno spazio per la somministrazione di bevande analcoliche. Molti i ringraziamenti in particolare all'insegnante Cristina Giacomelli, all'operatrice di rete dell'ASL Donatella Vanzetta e a Katia e Cristian che hanno portato le loro esperienze di ex alcolisti.