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Aldo Nove: «Proibizionismo inutile, così berranno di più e lo faranno di nascosto»

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«Una caccia alle streghe piuttosto patetica. E finirà presto per avere effetti contrari a quelli che si prefigge»

MILANO-«Mi sembra una caccia alle streghe piuttosto patetica. E finirà presto per avere effetti contrari a quelli che si prefigge». Per lo scrittore Aldo Nove, nato a Viggiù e autore, tra gli altri, di Milano non è Milano, l'ordinanza della Moratti è l'ennesima dimostrazione «della mancanza di buonsenso, anzi, di sobrietà, delle istituzioni». Non crede che i minori di 16 anni siano un po' troppo giovani per bere alcolici? «Sul piano psicologico qualunque forma di proibizionismo finisce per rendere affascinante l'oggetto del divieto. Così offriremo ai ragazzini un motivo in più per trasgredire ». I locali staranno però più attenti all'età dei loro clienti. «Può essere, ma questa resta una misura di facciata, l'idea è più quella di nascondere che non di proibire. L'adolescente potrà infatti continuare tranquillamente a bere, solo che lo farà di nascosto. E procurarsi gli alcolici è assai più facile che trovare uno spinello: non mi pare infatti che i vigili vadano a controllare gli arm dietti dei genitori, o no? Funziona come gli "atti osceni in luogo pubblico": puoi fare sesso finché vuoi, basta che non ti fai vedere». Il sindaco sostiene di voler tutelare la salute dei giovanissimi visto che a Milano, dice, il fenomeno delle sbronze sta assumendo dimensioni preoccupanti.
«E' UNA FORZATURA» - «È una forzatura. Io vivo a Milano e passeggio spesso di notte però non mi capita di imbattermi in orde di bambini ubriachi. Certo, per carità, i quindicenni che s i sbronzano ci sono, come ci sono sempre stati del resto. E probabilmente non è nemmeno del tutto sbagliato, nell'adolescenza i riti di iniziazione sono importanti: bisogna poter scegliere, provare e poi decidere come comportarsi la volta successiva. Il diritto individuale di sbagliare è fondamentale, anche a 15 anni». Ma il divieto non è almeno un tentativo di prevenire l'alcolismo? «Queste ciucche non hanno niente a che vedere con l'alcolismo, che è tutt'altra e serissima questione. Dal punto di vista educativo, l'ordinanza è un intervento esterno in un ambito che dovrebbe riguardare le famiglie. Spetta ai genitori il compito di spiegare ai figli che l'alcol fa male e se capita di bere non bisogna salire su un motorino». Intanto i genitori pagheranno le multe. «È un'immagine davvero surreale quella di pattuglie di vigili che vanno, blocchetto e penna alla mano, a caccia di quindicenni nelle zone della movida. Ma dai, questo provvedimento mira ad altro ». E cioè? «A mascherare l'incapacità degli amministratori. È infatti molto più facile creare allarmi su ogni cosa, spaventare i cittadini e poi gestire la loro paura piuttosto che impegnarsi a rendere più vivibile questa città».