All'età di 9 anni iniziai a rubare il vino... ed andavo a dormire sempre con la testa che girava...
Mia madre morì per un infarto quando avevo tre anni... alletà di 9 anni iniziai a rubare il vino... ed andavo a dormire sempre con la testa che girava. Avevo undici anni quando mio padre iniziò ad abusare di noi e alletà di tredici anni...
Mia madre morì per un infarto quando avevo tre anni e due mesi. Non mi ricordo dell'evento, me lo raccontarono mio fratello e mio padre quando fui più grande. Dopo la sua morte io e mio fratello Giorgio fummo mandati a vivere al brefotrofio Santa Marta di Firenze e passammo insieme un piccolo periodo perché quando lui compì otto anni non poterono più tenerlo. Fu spostato nell'istituto francescano di Pistoia. Soffrii molto per la nostra separazione, mi mancava tantissimo la sua presenza e il tempo trascorso insieme a lui. Mio padre fu avvisato della situazione e decise di affidarmi alle cure di una suora, suor Delfina, che gestiva una struttura religiosa per sole femmine. Nonostante tutto però io continuavo a non mangiare, non parlavo e soffrivo così tanto che la suora decise di fare uno strappo alla regola. Compilò il documento per l'inserimento di mio fratello Giorgio in struttura con un piccolo dettaglio: Giorgio era diventato Giorgia. Riuscimmo così a riunirci e finalmente ricominciai a mangiare, parlare e sorridere. Andavo a scuola accompagnata dal nonno Michele fino a quando ebbi più o meno otto anni, poi dopo la sua scomparsa, fu suor Delfina ad accompagnarmi. Fui una bambina serena grazie alla presenza di Giorgio e l'amore di suor Delfina fino all'età di 9 anni quando iniziai a rubare il vino in dispensa alle suore oppure nel mobiletto a casa del babbo durante i fine settimana. Andò avanti così per tanto di quel tempo e tutte le volte che il babbo ci portava in Francia a trovare i parenti della mamma, che possedevano un'azienda vinicola, andava anche peggio perché io bevevo più che mai ed andavo a dormire sempre con la testa che girava.
Avevo undici anni quando mio padre iniziò ad abusare di noi ogni fine settimana. Sono riuscita a sopportare tutto quello schifo fino all'età di tredici anni, poi ho iniziato a fare delle storie per il ritorno a casa nel fine settimana, fino allo scappare di casa per sfuggire a quella violenza. Non ho voluto parlarne con nessuno per diverso tempo, anche perché non mi avrebbero creduto. A distanza di anni ne parlo quasi senza difficoltà e da quando sono qui al CUFRAD ho imparato a non odiarmi per questa cosa, a non vergognarmi ma soprattutto a guardarmi allo specchio. Almeno per questo non sono più costretta a vergognarmi.