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Alla sera, fiumi di noia e di alcol...

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Alla sera, fiumi di noia e di alcol
E di auto in doppia fila. Siamo stati sul lungomare, dove passano l'estate i molfettesi
La fotografia, si sa, immortala il momento. Che sia bello o brutto, triste o felice. Lo tiene lì, lo conserva, restituendo la realtà senza

filtri. E ipocrisie.
Di fotografie belle, Molfetta, ne ha regalate a iosa: il duomo riflesso nel mare colorato dal tramonto, il Pulo, la città vecchia vista

dall'alto. Eppure, a sentire tanti molfettesi, nessuna di queste restituisce l'attuale realtà cittadina.
«Come», chiederebbero in molti, magari turisti, «c'è qualcosa di più bello?». No. Arte, storia, natura e bellezza non c'entrano nulla.

Tutt'altro.
Perché per la grande maggioranza dei cittadini, oggi, la fotografia migliore offerta da quella che un tempo era la perla dell'Adriatico

sarebbe il lungomare Marcantonio Colonna.
«Un luogo desolato e desolante. Proprio come la città», dicono.
In fondo basta vedere ciò che resta del vecchio lungomare per farsi un'idea propria e ritrovarsi unanimemente concordi.
Le macchine parcheggiate in doppia fila oppure senza una logica sono la normalità, accompagnate dall'arroganza di chi così le sistema e

pretende di non essere disturbato mentre vivacchia sul muretto. Ovviamente la bottiglia di vetro della birra appena bevuta o la lattina

finiscono a terra o, se va bene, in acqua, tra gli scogli con gare a chi le getta più lontano o fa più rumore rompendole.
Le panchine più o meno inesistenti perché distrutte, gli alberi, quei pochi, mal tenuti, completano il quadro. Quadro che è pure fatto da

quei commercianti che si prodigano a far emergere il problema.
Senza stare a chiedersi cosa poi ci faccia un'intera città per tre mesi seduta su un muretto, si potrebbe cercare un altro posto. Ma dove?

Sul borgo il passeggio è quasi impossibile, il porto è una zona buia, Corso Umberto sembra sempre più triste e sconsolato e subisce giorno

dopo giorno l'aggressione delle auto.
Forse, ognuno ha la fotografia che si merita. Alla fine, è noto: c'è chi è fotogenico e chi no.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)