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Allarme fumo, è in aumento il numero di giovani tabagisti

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PREVENZIONE. L'assessorato regionale alle Politiche sociali ha stanziato 25 milioni per la lotta alle dipendenze.
Valdegamberi: «È il fattore di rischio più importante»
Fumo e droghe sono i nemici principali per i giovani tra i 15 e i 24 anni
Verona. Bacco, tabacco e droghe pesanti. Ecco la triade di vizi che mette maggiormente a rischio la salute della popolazione veneta e veronese, soprattutto per quanto riguarda adolescenti e giovani. Lo conferma l'assessorato regionale alle politiche sociali, che allo scopo di arginare questo fenomeno in crescita, ha stanziato per il «Progetto dipendenze 2009» 25 milioni di euro, al posto dei 21 dell'anno scorso, da investire nell'azione di cura attraverso il sostegno delle comunità di recupero, e oltre 3 milioni da spendere nei progetti di lotta alla droga delle Ulss locali. Uguali finanziamenti sono previsti anche per i prossimi due anni.
«Si tratta di somme importanti», ha commentato l'assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, «che però poco risolvono se, alla base, manca l'azione educativa e preventiva dei genitori. Diminuite le paghette e mandate i vostri figli a fare volontariato, oppure a svolgere qualche lavoretto», consiglia l'assessore. «Dalle statistiche emerge che chi è socialmente impegnato e ha il senso del dovere matura una forte personalità e non cade nel tunnel delle dipendenze». Della sigaretta, per esempio, è schiavo circa un terzo della popolazione veneta. Se negli ultimi anni si è registrato un calo di adulti tabagisti, questa riduzione è stata compensata alla grande dai nuovi fumatori, cioè quelli tra i 15 e i 24 anni, in prevalenza femmine.
Oggi, «il fumo costituisce di gran lunga il più importante rischio per la salute, causando malattie respiratorie, cardio-vascolari e neoplastiche», spiega il report regionale. In Italia, ogni anno, sono riconducibili al fumo di tabacco 90 mila decessi: «Più di quelli provocati insieme da alcol, droghe, Aids, incidenti stradali, suicidi e omicidi».
Il nemico numero due è rappresentato dagli stupefacenti: cocaina ed eroina, soprattutto, ma anche ecstasy e anfetamine. Il consumo ha raggiunto in Veneto, specialmente tra i giovanissimi, «proporzioni ampie e preoccupanti, tutt'altro che in via di contenimento», recita il report, perché favorite negli ultimi tempi da modalità d'assunzione attraverso rituali sociali sempre più tollerati, all'interno di vari contesti, dai luoghi di intrattenimento, alla scuola e allo sport. Senza considerare che la tossicodipendenza spesso si abbina all'abuso di alcol. Cosicché «le sostanze psicoattive nelle giovani generazioni restano una minaccia considerevole per la salute».
Una buona notizia, se così si può dire, arriva dal mondo dell'alcol, che in Veneto, come in Italia e in Europa, «non rappresenta più una delle cause principali di morte precoce e disabilità», spiega il report, con «una netta diminuzione di alcolisti, in particolare tra i maschi».
E con conseguente calo di patologie correlate, come cirrosi epatica, pancreatite e ipertensione arteriosa. Merito anche di azioni preventive come l'uso sistematico degli etilometri sulle strade, che argina «la tendenza a bere vino, birra o superalcolici soprattutto nel week-end e nel tempo libero, in compagnia».
La diminuzione, però, è valida se si considera il quadro generale, mentre i dati riferiti alla fascia più giovane della popolazione, tornano ad essere preoccupanti, con un «trend in crescita per il consumo e anche l'abuso di alcol», che porta alle ubriacature del sabato sera. Ecco perché la Regione intende investire nell'intercettazione precoce dei disagi, grazie alla sensibilizzazione da parte delle scuole, delle strutture sanitarie e dei comuni.
Lorenza Costantino