Allarme in Piemonte: oltre 65 mila minorenni a rischio, l'alcol colpisce più della droga
Allarme in Piemonte: oltre 65 mila minorenni a rischio, l’alcol colpisce più della droga
In nessuna regione d'Italia l'alcolismo giovanile ha un'incidenza drammatica come quella piemontese. Stando ai dati elaborati dalla Società italiana di alcologia e diffusi durante il suo ultimo convegno di Point Saint Martin, il 34 per cento dei maschi piemontesi tra gli 11 e i 18 anni rientra nella categoria dei consumatori a rischio, mentre le femmine che hanno avuto un'esperienza adolescenziale con la bottiglia sono il 13 per cento. Proporzioni che se calate sui circa 275mila ragazzi piemontesi danno la reale, drammatica, dimensione dell'emergenza: a bere prima della maggiore età sono in 67mila, 50mila ragazzi e circa 17mila ragazze.
A preoccupare gli esperti è in particolare la progressiva diffusione in Piemonte del cosiddetto " binge drinking", un approccio compulsivo che tenta di ottenere lo stesso effetto intossicante della droga - e in particolare della cocaina -assumendo una smodata quantità di alcol in un tempo estremamente ristretto, in particolare in occasione di feste o serate con gli amici. «Una dinamica che ha preso piede negli Stati Uniti dei primi anni novanta puntualizza il professor Sarino Aricò, gastroenterolo dell'ospedale Mauriziano e docente all'università di Milano Bicocca - e che ora si sta allargando a macchia d'olio in tutta Europa. Per combattere la timidezza e migliorare la propria socializzazione, nei weekend i giovani tendono a consumare una grande quantità di bevande alcoliche, spingendosi addirittura in gare di resistenza tra un bar e l'altro con i propri amici. L'effetto finale è molto simile a quello provocato dall'a ssunzione di sostanze stupefacenti.Tanto che un recente studio ha dimostrato che il " binge drinking" può provocare, tra i 30 e i 40 anni, danni cerebrali irreversibili». Un killer silenzioso, quello nascosto sul fondo di un bicchiere. Un killer che inizia a uccidere già dall'adolescenza, arrivando a compromettere in maniera irreversibile lo sviluppo fisico e psichico dell'individuo. «In particolare - aggiunge il professor Aricò - gli effetti dell'alcol si manifestano attraverso processi di accrescimento fisico particolarmente impetuosi, collegati però all'immaturità dei principali meccanismi enzimatici necessari al metabolismo epatico».
E a impressionare sono anche le statistiche che descrivono i gusti dei bambini con il vizio del bere. Contrariamente a quanto si pensa, gli aperitivi a bassa gradazione magari aromatizzati alla frutta incontrano il favore del 29,4 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni. Per raggiungere lo sballo, la prima scelta resta così quella del vino (nel 54,4 per cento dei casi), seguito dalla birra (44,9 per cento), gli amari (27,1 per cento) e i liquori (23,2%). «Scelte dettate anche e soprattutto dagli esempi trasmessi dai mezzi di comunicazione - conclude Aricò -, ragione per la quale diventa sempre più necessario programmare un'efficacia compagna di prevenzione rivolta principalmente agli adolescenti».
Paolo Varetto