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American College of Chest Physicians: una simulazione computerizzata valuta l'efficacia dei trattamenti antifumo nei giovani

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Una simulazione computerizzata valuta l'efficacia dei trattamenti antifumo nei giovani

Durante l'incontro annuale dell'American College of Chest Physicians (ACCP), che si è svolto nei giorni scorsi ad Honululu sui nuovi studi

per smettere di fumare, sono stati presentati i risultati di diversi gruppi di ricerca condotti su un campione di giovani fumatori di circa

23 anni, con un consumo inferiore agli 8 pacchetti l'anno, che mostrano dati allarmanti sui livelli di ossido nitrico (NO) e di ossido d'

azoto inalato frazionato (FeNO) causati dal fumo di una sola sigaretta con evidenti alterazioni del flusso di NO nelle vie aeree dei più

giovani. In particolare la rilevanza del fenomeno ha spinto i ricercatori delle Università di Clemson e del Nord Carolina a sviluppare un

modello di simulazione computerizzato per valutare il rapporto costo-efficacia dei vari trattamenti utilizzati per smettere di fumare. I dati

raccolti hanno evidenziato una probabilità dell'87% di comportamenti recidivi del paziente ad un anno dall'inizio del trattamento che

raggiunge il 93% dopo 30 anni per i pazienti che si sono sottoposti a terapia sostitutiva con nicotina, mentre per coloro che sono ricorsi a

terapia con brupropione e vareniclina i risultati hanno mostrato che soltanto il 22% smette di fumare dopo il primo anno e a distanza di 30

anni l'89% continua a rimanere un fumatore. Una realtà diversa per chi decide di intraprendere un percorso autonomamente, senza alcuna

assistenza. E' infatti elevata la percentuale, circa il 95% di chi riprende a fumare dopo il primo anno rilevando soltanto un 2% di non

fumatori a distanza di 30 anni. I benefici in termini di anni di salute "guadagnati" per i pazienti che si sottopongono a terapia assistita

sorpassano di gran lunga i costi dei trattamenti con un limitato impatto economico per la comunità in generale. Purtroppo il numero di

programmi per aiutare a smettere di fumare proposti dagli ospedali si è ridotto di circa il 50% negli ultimi dieci anni e, su una media di 20

centri contattati nel 2011 a fine di indagine, soltanto 7 hanno dichiarato la disponibilità di trattamenti specifici per combattere il fumo

dei quali solo 3 fruibili a livello ospedaliero.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)