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News di Alcologia

American Journal of Preventive Medicine: il costo dei danni dell'alcol

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I costi dell'alcol, che non fa lavorare

Sono cifre a tanti zeri quelle che esprimono quanto costa il consumo eccessivo di alcol agli americani: perché li rende meno produttivi
Gli eccessi dell'alcol nei soli Stati Uniti costano oltre 220 miliardi di dollari l'anno, più del 70 per cento dei quali attribuibili alla

diminuita produttività sul lavoro. Solo il 10 per cento circa è da ricondurre alle spese sanitarie vere e proprie e un altro 10 per cento

alle conseguenze di atti di violenza e comportamenti criminali. Stupisce quanto pesa, rispetto all'incidenza delle spese per la salute, la

mancata produttività, cui contribuiscono l'assenteismo, gli anni persi per una morte prematura e lo scarso rendimento sul luogo di lavoro,

tra le mura domestiche e persino a scuola.. Netta è la differenza rispetto al fumo che costa poco meno dell'alcol, 193 miliardi all'anno, ma

assorbiti quasi alla pari dai costi per la mancata produttività (97 miliardi) e per le cure (96 miliardi).
LO STUDIO - A fare i conti in tasca all'alcol, sulle pagine dell'American Journal of Preventive Medicine, è stata la voce autorevole dei

Centers for Disease Control and Prevention(CDC) di Atlanta, l'organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d'America e una

delle più prestigiose istituzioni sanitarie a livello internazionale. «I numeri si riferiscono all'anno 2006, il più recente di cui abbiamo

tutti i dati» commenta Ellen Bouchery, che ha coordinato la ricerca. «Per analizzarli abbiamo usato un software appositamente creato dai CDC chiamato ARDI (Alcohol-Related Disease Impact). Ma il fenomeno è complesso e le sue componenti difficili da discriminare; un tipico esempio è fornito dagli incidenti sulla strada, i cui costi sono imputabili in parte alla voce "salute" in parte a quella "crimine"».Quel che è certo, tuttavia, è che l'impatto anche economico del fenomeno alcol sia in crescita continua rispetto alle ultime valutazioni del 1992 e del 1998, in misura di un 35 medio ogni anno. «E siamo altrettanto sicuri che le stime sono ottimistiche e conservative. Molti fattori concorrono a sottovalutare la reale entità del problema, primi fra tutti la nota tendenza a negare la storia di abuso, la difficoltà a individuare nell' alcol una concausa o un'aggravante di una malattia non direttamente legata all'alcol, l'impossibilità pratica di quantificare costi intangibili come il dolore o il lutto o di dare un valore economico alle conseguenze dell'alcol su categorie di popolazione che incidono in modo molto indiretto sul tessuto economico, come i giovanissimi o le casalinghe».
CHI PAGA? - Con tutti i suoi limiti metodologici, la ricerca statunitense arriva a calcolare il costo sostenuto dal governo americano per ogni bicchiere consumato in eccesso (un dollaro e 90 centesimi, per la precisione). Preoccupante è poi sapere che il 12 per cento dei costi si associa al bere prima dei 21 anni - soglia di età per acquistare bevande alcoliche negli Stati Uniti - e che il binge drinking, l'assunzione episodica di grandi quantità di alcol, rappresenta da solo i tre quarti del carico economico. Ma a chi tocca, alla fine, pagare il conto? Secondo i calcoli degli esperti dei CDC la spesa è equamente divisa tra istituzioni (un 40 per cento circa) e nuclei familiari dei bevitori (un altro 40 per cento). Non ci vuole la calcolatrice quindi per giungere alla conclusione che chi alza il gomito, ogni volta che spende al banco di un pub un paio di dollari, ha buone probabilità di dover sborsare la medesima cifra a vario titolo per le conseguenze del suo vizio.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)