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American Journal of Psychiatry: anoressia e bulimia, il cervello si confonde

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Anoressia e bulimia, il cervello si confonde

Si parla spesso di anoressia e bulimia, due tra i più seri disturbi alimentari di origine nervosa, come di qualcosa direttamente collegato a un disagio psicologico, che poi si ripercuote sulla salute fisica di chi ne soffre, tanto da rappresentare una delle prime cause di morte tra i problemi di salute mentale.
Tuttavia, secondo uno studio americano pubblicato sulla versione on line della rivista scientifica "American Journal of Psychiatry", chi è bulimico e anoressico presenta un'alterazione dei circuiti in un'area del cervello chiamata "insula". Un difetto che pare induca fame compulsiva nel bulimico e, al contrario, inibizione dell'appetito nell'anoressico.
Una delle concause delle due malattie sarebbe dunque una percezione errata dei segnali della fame nei pazienti.
Questa scoperta, secondo gli autori, rappresenta terreno fertile per lo sviluppo di trattamenti per una possibile cura.
 
Lo studio
I ricercatori della San Diego School of Medicine, University of California (negli Stati Uniti), hanno utilizzato la risonanza magnetica per studiare il comportamento del cervello in seguito all'assunzione di cibi dolci, in 28 donne che in passato avevano sofferto di anoressia o bulimia.
Le funzionalità sono state poi confrontate con quelle di 14 donne che non avevano mai avuto problemi di disordini alimentari: dopo aver mangiato dolci, le "ex anoressiche" ed "ex bulimiche" hanno mostrato rispettivamente ipoattività e iperattività della parte destra anteriore dell'insula, l'area del cervello dove i sapori vengono percepiti e integrati con il senso dell'appagamento, fattore che aiuta a regolare sazietà e fame.
 
I risultati
"Una possibilità è che la scarsa alimentazione e la perdita di peso che si verificano nell'anoressia, siano dovuti al fatto che il cervello non riesce a riconoscere con precisione i segnali della fame", ha spiegato Tyson Oberndorfer, primo autore dello studio.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)