American Journal of Psychiatry: metanfetamine e rischio schizofrenia
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Le metanfetamine aumentano i rischi di schizofrenia: studio canadese
Un uso pesante di metanfetamine è associato a un incremento del rischio schizofrenia. Lo attesta uno studio canadese che ha scoperto il
legame esaminando le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati, per abuso di droga o dipendenza, negli ospedali della California tra il 1990
e 2000.I risultati della ricerca sono pubblicati sull'American Journal of Psychiatry.
I ricercatori hanno osservato specificamente pazienti che abusavano di metanfetamine, marijuana, alcol, cocaina e oppiacei antidolorifici
(vicodin e oxycontin) e li hanno confrontati con alcuni pazienti ricoverati per appendicite che non facevano abuso di droghe. Poi i
ricercatori hanno esaminato il numero di pazienti di ciascun gruppo che erano stati nuovamente ricoverati per schizofrenia. L'autore dello
studio, il dottor Russ Callaghan, del Centro di Toronto per la Salute mentale e la Dipendenza, ha spiegato che il legame tra metanfetamine e
schizofrenia potrebbe essere rintracciato nell'uso ripetuto della sostanza, in quanto provocherebbe una schizofrenia latente per via di una
sensibilizzazione del cervello alla dopamina. Insomma la dopamina, neutrotrasmettitore responsabile del piacere e della "ricompensa" , è in
qualche modo correlata alla pazzia se il suo rilascio è stimolato dall'uso di metanfetamine.
Della serie: "con crystal meth non puoi giocare". La metanfetamina - aka meth, speed, ice, chalk, crystal o glass - è una sostanza di colore
bianco, inodore, dal sapore amaro in polvere che può essere ingerita, sniffata, fumata, o iniettata. E ‘uno dei farmaci più comunemente
abusati negli Stati Uniti; si contano 1,2 milioni di americani dai 12 anni in su, che hanno dichiarato di averne fatto uso almeno una volta
nella vita.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)