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American Journal of Public Health: prevenzione della tossicodipendenza

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Fermare la tossicodipendenza il prima possibile. Il tempo come fattore chiave

Le statistiche non lasciano dubbi: i soggetti tossicodipendenti muoiono in media 22 anni prima di chi non usa droghe.

Inoltre, per coloro che soffrono di ulteriori disturbi legati all'assunzione di sostanze (asma, enfisema, pressione alta,

ecc), il tasso di mortalità è 3 volte più alto di quello dell'intera popolazione statunitense (Degenhardt, et Al 2009). Per

affrontare questo problema la comunità scientifica indaga il meccanismo che lega le terapie per la dipendenza al calo del

tasso di mortalità e, in questo senso, risultano determinanti due fattori: il momento in cui si cominciano le terapie e la

quantità di trattamenti ricevuti.
In questo lavoro, pubblicato sulla rivista American Journal of Public Health, sono stati analizzati gli effetti delle terapie

nel lungo termine e l'andamento dei tassi di mortalità su un campione di 1326 soggetti ammessi in 22 centri di

disintossicazione di Chicago (USA). I partecipanti sono stati intervistati dopo 6 mesi di terapie, dopo 2 anni e una volta

all'anno per i successivi 9 anni. Al termine dello studio i decessi totali erano 131, il 9,9% dei partecipanti.
L'età media di inizio dell'uso di sostanze era 16,8 anni e oltre la metà di loro (52%) aveva già intrapreso terapie per

disintossicarsi. Per riuscire a formulare una stima del rischio di mortalità i ricercatori hanno usato come variabili gli

aggiornamenti dello stato di salute del soggetto nel tempo (o follow-up) e le percentuali di astinenza nei mesi e negli anni.

Ne è emerso che, i tassi di mortalità, raddoppiavano se le terapie si iniziavano dopo i 30 anni di età. Altri fattori

determinanti erano dati dalla quantità di sostanze consumate prima dell'inizio delle terapie e dall'intervallo di tempo

trascorso tra la prima assunzione di sostanze e la prima richiesta di aiuto nei centri specializzati. Nonostante i tassi di

astinenza dell'intero campione fossero saliti dal 55% al 79% al termine dello studio, solo 418 partecipanti avevano raggiunto

12 mesi continuativi di astinenza totale.
I ricercatori perciò suggeriscono di considerare la dipendenza non come un'emergenza isolata e temporanea, ma come una

malattia cronica. Sottolineano dunque, l'importanza di intervenire il prima possibile sulle persone che fanno uso di droga

per aumentare l'efficacia delle terapie e invitano ad aumentare l'offerta di diagnosi precoce della patologia attraverso

l'impiego di drug test.