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American University di Washington: vulnerabilità degli adolescenti alle "nuove droghe"

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Nuove droghe, adolescenti biologicamente più vulnerabili all’uso dei 'sali da bagno'

Ci sarebbero differenze biologiche tra adulti e adolescenti, che rendono i giovani potenzialmente più vulnerabili all’uso dei cosiddetti "sali da bagno", secondo quanto presentato da Merluzzi e colleghi della American University di Washington, nel corso del congresso di Biologia Sperimentale 2013 che si è tenuto recentemente a Boston (USA).
Le sostanze riscontrate nei cosiddetti “sali da bagno”, rappresentano una tipologia di nuove droghe sintetiche ad azione stimolante, il cui consumo può portare a deliri, allucinazioni e paranoia. Sono sostanze spesso vendute attraverso Internet e smart shop e il cui consumo risulta aumentato negli ultimi anni negli Stati Uniti, soprattutto tra gli adolescenti. Anche se il tipo di molecole sintetiche (generalmente catinoni) che si trovano nei prodotti commercializzati come "sali da bagno" cambiano regolarmente in modo da aggirare i controlli e variare l’offerta di droghe, il catinone sintetico denominato 3,4-metilendiossipirovalerone o MDPV è uno dei costituenti più comuni di questa tipologia prodotti. Gli autori attraverso sperimentazioni su modelli animali (ratto) hanno studiato le possibili differenze nella vulnerabilità al consumo di droga tra gli adolescenti e gli adulti. Lo studio ha esaminato come i ratti adolescenti e quelli adulti differiscono nella loro risposta agli effetti avversi del consumo di "sali da bagno" contenenti MDPV, e l'effetto dell’MDPV sulla temperatura corporea, sul gusto, sui livelli dei neurotrasmettitori cerebrali.
Dai risultati i ricercatori hanno scoperto che i ratti adolescenti risultano meno sensibili agli effetti avversi dell’MDPV, quali l’avversione al sapore di sostanze (saccarina), agli effetti sulla temperatura corporea (che è risultata aumentare negli adulti e diminuire negli adolescenti). Inoltre, i livelli dei neurotrasmettitori dopamina, noradrenalina e serotonina sono risultati più bassi nei ratti adolescenti. Questi dati indicherebbero la presenza di effettive differenze comportamentali, fisiologiche e neurochimiche tra adolescenti e adulti in risposta all’esposizione a droghe come l’MDPV: gli adolescenti sentirebbero meno gli effetti avversi della droga, risultando dunque potenzialmente più vulnerabili al suo consumo.
 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)