338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Ammalati di gioco d'azzardo, allarme per i giovanissimi

gioco d'azzardo dipendenza malattia psichica giovani alcolismo

Fra gli abitanti delle regioni del nord, i piemontesi sono quelli più a rischio di dipendenza da gioco d´azzardo. Con un aumento dei numeri anche fra gli over 65, non ancora monitorati ufficialmente ma che sempre più spesso si rivolgono ai servizi per chiedere di essere aiutati a liberarsi dalla dipendenza.
Come riconoscere i sintomi e come accorgersi che l´evasione temporanea si sta trasformando in comportamento compulsivo e magari in vera e propria droga? Per questo i piemontesi avranno a disposizione un questionario, distribuito insieme con un depliant informativo. Sono ottantamila le persone a rischio nella nostra regione, secondo i dati ufficiali dell´istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa che per la prima volta, nel convegno che si svolge oggi al Centro Torino Incontra, diffonde i dati di una ricerca nazionale. Una percentuale del 6,8 per cento in Piemonte, solo il 3,1 in Lombardia. Nella fascia fra i 15 e i 19 anni, il 37 per cento dei ragazzi torinesi dice di aver giocato almeno una volta al mese, mentre l´8 per cento ammette di giocare quasi ogni giorno. Con la crisi, poi, il rischio aumenta. Sono in molti a pensare di risolvere il problema della quarta settimana accanendosi sulle schede del Gratta e vinci. La fascia d´età più attratta dal gioco è quella fra i 25 e i 34 anni, più uomini (54,4 per cento) che donne, il 42,2. Preoccupante il numero degli uomini fra i 55 e i 64 anni, il 63,3 per cento. In media, in Piemonte sono oltre il 40 per cento le persone che dicono di aver giocato almeno una volta nel 2008, la media nazionale non va oltre il 38, 3 per cento.
Così mentre il Comitato Italia 150 e la presidente Bresso chiedono al governo un Gratta e vinci per finanziare le attività delle celebrazioni del 2011, i dati confermano la necessità sempre più urgente di un´azione di cura e di prevenzione. Per questo l´assessorato regionale alla sanità (ora capofila di un progetto che coinvolgerà 51 città italiane in 13 regioni) lancia una campagna che ha per titolo «Combattere la febbre da gioco. Giocare è naturale ma a giocare troppo ci si può scottare». Presso i Sert, gli uffici relazioni con il pubblico delle aziende sanitarie e gli studi dei medici di base si troveranno i depliant informativi e a settembre prenderà il via un Gap tour, un camper attrezzato a centro d´ascolto che toccherà tutte le province piemontesi. In parallelo, spiega Eleonora Artesio "saranno coinvolte le amministrazioni comunali, a cui si chiede di disincentivare il gioco e si chiederà ai servizi di estendere gli orari del servizio".