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Analisi della popolazione carceraria tra disturbi psichiatrici e patologie di dipendenza

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Carceri: malato 70% detenuti Disturbi psichici e dipendenza

I dati emersi dall'indagine dell'Ars sullo stato di salute della popolazione detenuta in Toscana mostrano una situazione migliore rispetto alla media nazionale ma comunque preoccupante
Oltre il 70% dei detenuti in Toscana è affetto da almeno una patologia e questo nonostante l’età media sia di 38 anni e mezzo. Questo il dato allarmante emerso dall’indagine che l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana ha condotto lo scorso anno per verificare lo stato di salute della popolazione detenuta nelle carceri della nostra regione. I carcerati soffrono soprattutto di disturbi di natura mentale: le malattie psichiche rappresentano il 41% di tutte le patologie riscontrate, prime per frequenza in tutti e 3 i principali gruppi etnici che compongono la popolazione detenuta (italiani, nord africani, est europei). In un caso su due si tratta di disturbi di dipendenza da sostanze, seguiti da disturbi nevrotici e di adattamento (28,4% dei detenuti).
“Rispetto all’indagine del 2009 sono cresciute le diagnosi di tossicodipendenza, cresciute di quasi 15 punti percentuali in tre anni – spiega Fabio Voller, dirigente Ars Toscana – un aumento così marcato del disturbo da dipendenza, difficilmente spiegabile attraverso uno studio epidemiologico come il nostro, è comunque in linea con i dati di altre recenti indagini anche internazionali”.

Ai disturbi di salute mentale seguono quelli dell’apparato digerente (14,4%, in particolare del cavo orale) e le malattie infettive e parassitarie (11,1%). Uno dei problemi maggiori è l’epatite C (probabilmente legata alla tossicodipendenza), che incredibilmente riguarda in misura maggiore i detenuti italiani (ma questo potrebbe dipendere solo dalla maggiore reticenza degli stranieri a sottoporsi agli screening infettivologici). Per quanto riguarda l’HIV, solo l’1,2% dei detenuti toscani risulta positivo, dato nettamente inferiore a quello internazionale medio (10%), ma la spiegazione potrebbe essere che molti non sono a conoscenza di essere malati perché non danno il consenso allo screening, aggravando così la propria condizione clinica e diventando una fonte di contagio.

EMERGENZA SUICIDI - Per quanto riguarda i tentativi di suicidio e i gesti di autolesionismo, che sono un’emergenza nel sistema carcerario italiano, la situazione nelle carceri toscane è migliore rispetto alla media nazionale: nel corso dell’ultimo anno il 6,1% dei detenuti visitati ha messo in atto un gesto di autolesionismo (in Italia è il 10,6%), mentre l’1,3% (44 soggetti) ha tentato il suicidio (in Italia la frequenza di tentati suicidi è dell’1,9%). Il 95% dei detenuti toscani che ha tentato il suicidio ha una diagnosi di malattia di tipo psichiatrico, prevalentemente legata al disturbo da dipendenza da alcol o sostanze (70%).

ATTIVITÁ LAVORATIVA – Nonostante le strutture penitenziarie toscane organizzino in media 5 ore di attività fisica (a cui partecipano però poco più del 40% dei detenuti), la permanenza giornaliera in cella rimane davvero molto elevata: i detenuti trascorrono infatti mediamente in cella oltre 17 ore al giorno. Il 33,9% svolge un’attività lavorativa o manuale durante la detenzione. Da una prima analisi sembra che i detenuti che svolgono un qualche tipo di attività, pur in stato di coercizione, hanno una salute migliore rispetto agli altri.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)