ANCE: non proibire ma formare seriamente
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NON PROIBIRE MA INFORMARE SERIAMENTE
Maligni e pessimisti di certo ritengono non facile la coesistenza del diavolo (l'enologo) e l'acqua santa (il medico) e, anziché proporre
confronti costruttivi, osservano che i primi potrebbero essere, a loro dire, sbilanciati più verso la produzione che il consumatore. Ma così
non è. Quando metti insieme (come ha ben saputo fare la responsabile scientifica dell' Ance Gorizia, dottoressa Doriana Potente, nella foto,
coordinatrice del I° convegno nazionale di cardiologia «Cuore & alcol», tenutosi nella sede della Fondazione Villa Russiz di Capriva dall'1
al 3 giugno scorsi) un centinaio di professionisti al netto di risposte preconfezionate, i risultati si avvertono già durante i lavori. Ben
venti le relazioni presentate da "medici del cuore" e "di base", ma anche da altri specialisti della sanità nonché da un magistrato e due da
chi scrive («Usi ed abusi d'alcol nella società» e «Dalla vigna al volante»), cioè un agronomo ed enologo, figure professionali
apparentemente fuori dal coro ma, in conclusione, non meno severe del medico nel condannare lo sballo notturno e il triste proliferare di
"binge drinking", fenomeno purtroppo in gran spolvero anche fra adolescenti cui il buon vino interessa poco, ma il superalcolico in miscela
di sostanze più o meno lecite, funzionali allo sballo e alla resistenza fisica fino all'alba, molto di più. Il fatto che il convegno Ance
fosse posizionato fra i vigneti di Villa Russiz (realtà che il presidente della benemerita Fondazione omonima, Silvano Stefanutti, ha ben
illustrato per il ruolo prima sociale e poi enoico) è stato il valore aggiunto ai già pregnanti contenuti del seminario scientifico. Se un
buon bicchiere (e non una bottiglia!) ai pasti degustato da soggetti sani non allarma oltre misura, da parte dei medici (ma anche del
presidente Assoenologi Fvg Rodolfo Rizzi nel suo intervento all' inaugurazione) non s'abbassa certamente la guardia su un fenomeno dilagante e difficilmente arginabile che, a colpi di alcol etilico, metilico e droghe varie, riesce non solo a falcidiare i platani ma soprattutto le
famiglie proprie ed altrui. Qual è la ricetta? Solo l'educazione e l'informazione seria già nelle scuole può dare risultati migliori di un
proibizionismo cui i giovani rispondono con rinnovate sfide.
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)