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News di Alcologia

Anche se non c'è un'emergenza ALCOL, impariamo a saper bere nel modo giusto

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Pochi giorni fa, nella provincia di Firenze, una donna è stata investita da un'auto guidata da un uomo ubriaco ed è morta. Questo episodio segue, a distanza di poche ore, la vicenda delle due 16enni vittime in un incidente provocato dall'amico alla guida, anche lui sotto l'effetto dell'alcol. Di fronte a queste notizie rimaniamo sgomenti: c'è chi lancia l'allarme alcolismo e chi invoca più restrizioni al consumo di queste bevande. Eppure l'Italia non è un Paese di ubriaconi. Anzi, gli italiani bevono sempre meno. Basta guardare i dati contenuti nell'ultima indagine sul consumo di bevande alcoliche in Italia: dal 1975 al 2007, il consumo annuo pro capite di superalcolici è crollato da quattro litri e mezzo a 0,6 litri; quello di vino da 104 litri a 44,7. L'unico consumo in aumento è quello di birra, ma con i nostri 31 litri l'anno a persona, siamo il Paese europeo che ne beve di meno, ben lontani dai livelli della Repubblica Ceca (158). Sfatiamo allora il mito ingiustificato di un'Italia alcolista. Il vero problema è che l'alcol più che consumato viene "usato", soprattutto dai giovanissimi nella loro adolescenza. Il significato del bere ha assunto un valore comportamentale in funzione degli effetti che questa sostanza è in grado di esercitare sulle performance personali: si beve per sentirsi più sicuri, per apparire emancipati, per venire accettati dal gruppo. Gli stessi motivi, in fondo, per cui si inizia a fumare.
Come frenare questo desiderio di annullamento? L'ho detto spesso: invece di adottare la strategia della repressione, penso sia più efficace mettere in atto quella della dissuasione. Bisogna ascoltare i ragazzi, far leva sulla loro autonomia intellettuale, proporre strumenti concreti (attività sportive e culturali) che li aiutino a vincere l'inganno di ritenere che quanto si ottiene con l'alcol sia impossibile ottenerlo con le proprie risorse. È, poi, importante educarli al bere, senza trattare ogni alcolico come un pericoloso demone: un bicchiere di vino al giorno, consumato durante i pasti, fa bene e ha un valore protettivo nei confronti di molte malattie. Il vino, se non è scambiato per fuga dal disagio, è un elemento positivo. Versare vino al figlio o all'amico, è un gesto conviviale carico di amorevolezza. La tradizione del brindisi, presente in molte culture, da Omero alla Bibbia, ha sempre rappresentato gioia e fratellanza.