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Anesthesia and Analgesia: il resveratrolo potenzia gli effetti antidolore della morfina

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Il resveratrolo potenzia gli effetti antidolore della morfina

La buccia dell'uva contiene una sostanza dalle molte proprietà, che può anche essere usata nel trattamento del dolore cronico
L’antiossidante contenuto nel vino rosso, ma non solo, è stato scoperto essere un potenziatore e restauratore dell’effetto antidolorifico della morfina quando si sviluppi una tolleranza all’oppiaceo che richiedere dosi sempre più massicce per fare effetto

Il resveratrolo è divenuto famoso per le sue proprietà antiossidanti – che si ritiene siano attive contro gli effetti dell’ossidazione del corpo, i radicali liberi e le malattie cardiovascolari, senza dimenticare gli effetti protettivi contro il cancro.
Questa sostanza che si dice essere contenuta nel vino rosso, in verità la troviamo anche nella buccia dell’acino d’uva. Per cui non è necessario assumere alcol per ottenere i presunti benefici. Tuttavia, oggetto di un nuovo studio non sono le proprietà antiossidanti, ma quelle poco considerate di potenziatore e restauratore delle proprietà antidolorifiche della morfina.

Lo studio che ha analizzato gli effetti sul dolore del resveratrolo è stato condotto su modello animale dai ricercatori del Cathay General Hospital di Taipei (Taiwan), i quali hanno scoperto che potrebbe essere un valido aiuto nei casi di sviluppata tolleranza all’oppiaceo. Un rimedio dunque per tutti quei casi in cui necessita una gestione della sofferenza nei soggetti con dolore cronico severo.
Il dottor Chih-Shung Wong e colleghi hanno condotto una serie di esperimenti per valutare se e in quale modo il resveratrolo influenzasse le risposte della morfina nel trattamento del dolore nei topi morfina-tolleranti.

La morfina è utilizzata quale analgesico nelle cure palliative, nei casi di dolore grave e cronico in malattie come il cancro o altre. Poiché è in sostanza un oppiaceo, può dar luogo a una tolleranza – per cui se ne richiedono dosi sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto antidolore.
L’uso della morfina poi non è privo di effetti collaterali, anzi. Uno degli effetti più evidenti è l’azione depressiva sulla funzione respiratoria: in alcuni casi da sovradosaggio può causare coma o paralisi respiratoria, con conseguente morte del soggetto. Tuttavia, vi sono anche altri effetti indesiderati, tra cui stipsi, nausea, prurito eccetera.
Va quindi da sé che trovare il modo di ottenere lo stesso effetto analgesico senza aumentare le dosi di morfina è, al momento, la soluzione migliore per tutti coloro che necessitano di questo genere di trattamento antidolore.

Nei test condotti dagli autori di questo studio – pubblicato su Anesthesia and Analgesia – i ricercatori hanno valutate le risposte alla morfina del midollo spinale degli animali, con o senza la presenza di resveratrolo. I risultati finali hanno mostrato un miglioramento significativo degli effetti della morfina negli animali che avevano ricevuto il resveratrolo.
Le analisi condotte hanno evidenziato come nei soggetti morfina-tolleranti gli effetti della sola morfina quale antidolorifico era di circa il 20% del normale effetto. Al contrario, nei topi trattati con il resveratrolo, le risposte del midollo alla morfina sono state restaurate a circa il 60% del normale.
Questi risultati suggeriscono che il resveratrolo è in grado di riportare di oltre la metà gli effetti antidolore perduti a causa della tolleranza.

Oltre a ciò, i ricercatori hanno potuto constatare come il resveratrolo nei topi con tolleranza alla morfina abbia anche bloccato l’aumento delle citochine – sostanze che favoriscono l’infiammazione. I risultati vanno a confermare quanto suggerito da precedenti studi circa le proprietà del resveratrolo di agire in sinergia con l’effetto analgesico della morfina, andando a rimediare – almeno in parte – alle conseguenze della sviluppata tolleranza. Se questi risultati saranno confermati in studi clinici sull’uomo, ci sono buone probabilità che chi soffre di dolore cronico e severo possa trovare sollievo senza incorrere nei rischi da sovradosaggio.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)